Dallo scorso 24 febbraio, ma in realtà anche da qualche mese prima, l’intera Unione Europea si trova a fare i conti con i rincari che hanno interessato il comparto energia e carburanti. Per ridurre i consumi di elettricità la Commissione Ue ha proposto agli Stati membri di impegnarsi a un taglio dei consumi del 10% in termini di MWh, con un calo di almeno il 5% nelle ore di punta. E’ quanto emerge dall’ultima bozza del documento su cui è al lavoro l’esecutivo Ue, come riferisce l’Ansa. Rispetto ai ricavi per l’energia prodotta da fonti diverse dal gas, le cosiddette tecnologie inframrginali, si ipotizza un tetto di 200 euro/MWh.
Il taglio dei consumi di energia elettrica si prevede venga realizzato tra il primo novembre di quest’anno e il 31 marzo del 2023, mentre l’intero regolamento ha la durata di un anno dall’entrata in vigore, con l’idea che la Commissione rivaluti entro il 28 febbraio la situazione generale sulla fornitura di elettricità e i prezzi dell’elettricità e presenti un rapporto al Consiglio. Concretamente, ciascun mese ogni Stato membro dovrebbe identificare le ore di picco (tra il 10 e i 15% di tutte le ore del mese) riducendo in particolare i consumi in tale fascia oraria. Il “taglio” sarà la differenza tra i consumi netti individuati nelle ore di punta identificate e i consumi medi in analoghi periodi, giorni e ore, tenendo conto dell’effetto della temperatura.
Il limite ai ricavi inframarginali riguarda eolico, solare (termico e fotovoltaico), geotermico, idroelettrico, biomasse, gas di discarica e altri metodi di produzione di energia. Vengono esclusi i progetti dimostrativi, per non penalizzare gli sviluppi tecnologici. L’idea, comunque, è che gli stati utilizzino le entrate così generate per finanziare attività con criteri non discriminatori, trasparenti e temporanei, ad esempio sostenendo i consumatori con sovvenzioni in base ai consumi o per sostenere gli investimenti stoccaggi, interconnessione ecc. I ricavi non dovrebbero invece essere utilizzati per sostenere direttamente consumatori specifici diversi dalle famiglie. I singoli Stati potrebbero poi decidere interventi analoghi a favore di piccole e medie imprese. La base legale che viene citata per questo intervento è quella dell’articolo 122 del Trattato di funzionamento dell’Ue.
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