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Terrorismo, Mattarella: “La democrazia ha sconfitto l’eversione”

L’eco di quelle bombe non è mai svanita del tutto. Rumori sottili, che ancora fanno male. E nemmeno l’angoscia di quegli eventi che insanguinarono l’Italia degli anni Settanta si è mai cancellata. Sono cicatrici “parte del nostro Dna collettivo”, come ricordato dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. La Giornata della memoria per le Vittime del terrorismo è un’occasione per guardarci negli occhi, tirare le somme, capire quanto il nostro Paese non potrà mai scrollarsi definitivamente di dosso la pece bollente degli Anni di piombo. “È un dolore che non si prescrive e che ci chiede oggi di proseguire con costante determinazione la strada per la verità e la trasparenza. Perché tante sono le pagine ancora da ricostruire e i silenzi fanno spesso più rumore delle bombe“.

Mattarella: “Il terrorismo non fu una cesura”

Non è un giorno qualunque il 9 maggio. La Giornata per le Vittime del terrorismo è stata istituita nell’anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, nel 1978. In mattinata, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato in Via Caetani, al centro di Roma, per deporre una corona di fiori, in memoria dell’ex leader della Democrazia Cristiana, lì rinvenuto privo di vita nel bagagliaio di un’auto. In una lunga intervista concessa a Repubblica, il Capo dello Stato ha ricordato che “il terrorismo non è riuscito a realizzare l’ambizione di rappresentare una cesura, uno spartiacque nella storia d’Italia”. Fu la democrazia, secondo Mattarella, ad “avere prevalso contro l’eversione che aveva nel popolo il proprio nemico”.

“Il bersaglio fu la giovane democrazia”

A oggi, tuttavia, resta “l’esigenza di completa verità”. Lo richiedono i familiari delle vittime del terrorismo, ancora vessati da quelle trame oscure mai completamente chiarite. “Sono stati anni molto sofferti, in cui la tenuta istituzionale e sociale del nostro Paese, è stata messa a dura prova. Oltre quattrocento le vittime in Italia, di cui circa centosessanta per stragi”. Tuttavia, secondo il Presidente, l’origine dell’eversione non è da ricercare nelle contestazioni del ’68. “Le stagioni delle lotte sindacali, come quelle delle manifestazioni studentesche, sviluppatesi alla fine degli anni ’60 del Novecento, hanno rappresentato forti stimoli allo sviluppo di modelli di vita ispirati a maggiore giustizia e coesione sociale”.

Secondo Mattarella, “il bersaglio era la giovane democrazia parlamentare, nata con la Costituzione repubblicana, per approdare a una dittatura, privando gli italiani delle libertà conquistate nella lotta di Liberazione. Esattamente il contrario di quanto proclamava il terrorismo rosso, quando parlava di Resistenza tradita”. Il terrorismo nero, invece, “è stato spesso strumento, più o meno consapevole, di trame oscure, che avevano l’obiettivo politico di rovesciare l’asse politico del Paese interrompendo il percorso democratico”.

Arrestare tutti i latitanti

Un ringraziamento anche per il presidente francese, Emmanuel Macron. Proprio in Francia, nei giorni scorsi, è stato effettuato l’arresto di numerosi ex terroristi. “Con la sua decisione ha confermato amicizia per l’Italia e manifestato rispetto per la nostra democrazia. Mi auguro che possa avvenire lo stesso per quanti si sono sottratti alla giustizia italiana e vivono la loro latitanza in altri paesi”.

Damiano Mattana

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