Mons. Coleridge rassicura i fedeli: “Sto bene, quarantena se necessaria”

L'arcivescovo australiano tornato da Roma. Sale l'allerta nel Paese

L'arcivescovo di Brisbane, mons. Mark Coleridge, durante la Messa conclusiva dell'dell’incontro in Vaticano su "La Protezione dei Minori" - Foto © Vatican News

Ha rassicurato i suoi fedeli di sentirsi bene e ha dichiarato che andrà in quarantena, se necessario. L’arcivescovo australiano, Mark Coleridge, presidente della Conferenza episcopale australiana, ha deciso di sospendere tutte le visite previste nel suo programma: “Sono stato bene e ho continuato, come di consueto, a lavarmi le mani” ha detto ai suoi fedeli in apprensione per l’aumento vertiginoso di contagi in Italia.

A Roma e in Calabria

A Roma, l’arcivescovo metropolita di Brisbane ha partecipato alle riunioni del Vaticano per discutere del Consiglio plenario del 2020 e alla Commissione reale australiana sull’abuso verso i minori. Coleridge ha, altresì, affermato che la sua visita a Roma era necessaria, sebbene abbia precisato che molte funzioni liturgiche nella Capitale, inizialmente previste, sono state cancellate per precauzione. Durante il suo soggiorno in Curia, l’arcivescovo si è anche recato in Calabria, nella diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, per una visita don Domenico Muscari, un ex sacerdote di Brisbane, e suo amico.

Australia vs virus

L’annuncio di Coleridge avviene all’interno di un contesto, quello australiano, dove le autorità sanitarie stanno studiando metodi di contenimento del virus. Sono almeno 30 i casi di contagio registrati nel Paese, fra cui alcuni passeggeri a bordo della Diamond Princess, la nave da crociera rimasta attraccata nel porto di Yokohama per due settimane con 4.500 passeggeri. L’allerta è stata innalzata da quando due persone di Sidney sono risultate positive al tampone pur non lasciando il Paese. L’arcidiocesi di Brisbane ha di recente diramato una dichiarazione in linea con le linee guida del Queensland Health, in cui era annunciata una pianificazione in risposta al virus in sinergia con quanto proposto dalle autorità sanitarie nazionali