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Migranti, la Alan Kurdi attracca a Olbia: proteste sul molo

Mattinata di tensione nel porto industriale di Olbia dove, attorno alle 10.30, la Alan Kurdi è approdata dopo aver risalito la costa orientale della Sardegna. La nave della ong tedesca Sea Eye ha attraccato sulla banchina con a bordo 125 migranti soccorsi nel Mediterraneo nei giorni scorsi, dopo essere salpata alle 18 di ieri dal porto di Arbatax. Secondo quanto riferito, fra le persone a bordo vi sarebbero anche 80 minori. I migranti resteranno sulla nave finché non saranno allestite le strutture necessarie per eseguire i test sanitari (compresi quelli anti-Covid) e l’identificazione.

Alan Kurdi, proteste sul molo

Ma non c’è solo la questione tamponi a impegnare il personale portuale: sul molo Cocciani, a distanza, un gruppo di persone ha avviato una protesta. Nel frattempo alcuni esponenti della Lega regionale hanno cercato di entrare nell’area delle operazioni di sbarco. “State negando – hanno gridato – ai rappresentanti dei sardi di sovrintendere a questa operazione senza alcun senso”. Inizialmente, la Alan Kurdi era stata dirottata verso Marsiglia.

Il caso Mare Jonio

Non solo Alan Kurdi. Mentre dall’hotspot di Lampedusa si procede allo svuotamento progressivo dell’hotspot di Lampedusa, la giornata, sul tema migranti, sta vivendo ore difficili anche sul fronte Mare Jonio. Secondo quanto annunciato da Mediterranea Saving Humans, è stata “bloccata l’attività di missione nel Mediterraneo”. La Capitaneria di Porto, nella serata di ieri, ha comunicato “il diniego all’imbarco di due membri, paramedico soccorritore ed esperto di ricerca e soccorso in mare, del Rescue Team di Mediterranea Saving Humans”. Il provvedimento, nello specifico, si riferisce all’imbarco di due tecnici. Il primo dei quali un “tecnico armatoriale paramedico che presterà la sua attività in supporto dell’osservazione e monitoraggio in mare”. Mentre l’altro è “ricercatore-osservatore esperto in diritti umani in mare nell’ambito delle attività di monitoraggio svolte dalla Mare Jonio nel quadro del progetto Mediterranea Saving Humans”.

Damiano Mattana

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