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Messa in Coena Domini a Rebibbia: il dono si fa speranza

Il gesto del dono nel luogo del dolore, dell’isolamento, della convivenza con il proprio peccato sul percorso della propria redenzione. Sarà la sezione femminile della Casa circondariale di Rebibbia, a Roma, a ospitare la Santa Messa in Coena Domini che, durante il Giovedì Santo, sarà celebrata da Papa Francesco. Il primo giorno del Triduo Pasquale, il Santo Padre lo trascorrerà in un luogo di pena, dove la lavanda dei piedi assume un significato più profondo, intenso, proprio perché offerto come servizio alla pacificazione dell’anima.

Ricevere con gratuità significa rendersi disposti a spendere sé stessi. O, quantomeno, questa è la speranza che si fa dono. Servire per guarire il prossimo, del resto, è il dettame più profondo della fede. E, a insegnarlo, è proprio il Signore, che si dona all’umanità per mostrare la via della salvezza. Quella che, troppe volte, è difficile scorgere oltre gli spiragli che, dal carcere, danno sul mondo esterno.

Prison Fellowship Italia a Rebibbia

Non è una scelta casuale quella di Papa Francesco. È proprio nei luoghi di sofferenza, infatti, che meglio può essere piantato il seme della rinascita. Specie nei giorni di avvicinamento alla Santa Pasqua, che è resurrezione e apice della gioia cristiana. Ed è sempre tra le mura del carcere, anzi, dei carceri, che Prison Fellowship Italia ha istituito il suo ministero del dono. Quindici anni di attività, spesi nel cercare di mostrare a uomini e donne che nessuno di loro, come diceva don Oreste Benzi, è il proprio errore.

Un’opera di servizio spesa perlopiù nel silenzio, dettato dalla necessità di un approccio delicato che essa richiede. Ma con la voce amplificata dai risultati ottenuti, dai cambiamenti percepiti, dalle coscienze riaccese sul futuro. Un impegno che la Casa circondariale ha riconosciuto, invitando PfIt, assieme alla corale del Rinnovamento nello Spirito Santo, a presenziare ai riti della prima giornata del Triduo Pasquale a Rebibbia.

Foto © Daniela Di Domenico

Reni: “La Chiesa è sempre in ascolto”

La giustizia riparativa come linea guida, la redenzione funzionale al reinserimento in società come obiettivo. Senza dimenticare la prossimità alle vittime di reato. Gesti che, nella speranza della Pasqua, assumono ancora più significato: “Papa Francesco – ha spiegato Marcella Reni, presidente di Prison Fellowship Italia -, in questo Giovedì Santo, si china ancora una volta sulle infermità, sui piedi polverosi e stanchi; si china ancora una volta sul peccatore mostrandoci che ‘l’uomo non è mai il suo peccato’, è molto di più, rivestito di una dignità intangibile”.

Il Santo Padre, in questo modo, ci insegna che “la Chiesa è sempre in ascolto di tutti, non abbandona nessuno, nessuno è mai ultimo, tutti sono ugualmente belli e degni davanti agli occhi di Dio”. E, per l’associazione, la riprova della bontà di quanto fatto fin qui: “Per noi sarà un privilegio essere a Rebibbia con i nostri musicisti e cantori della Corale del Rinnovamento nello Spirito Santo che, anche come volontari, da anni entrano nelle carceri per dare un aiuto a tutte quelle persone che vivono il dramma della reclusione”.

La speranza rinnovata

La celebrazione si svolgerà in forma privata, davanti agli occhi di chi, davvero, concretamente si impegna ogni giorno per descrivere ai detenuti le occasioni per un futuro diverso fuori dal carcere. Gli occhi di chi, nel concreto, ha potuto toccare con mano la pena interiore di coloro che, nella consapevolezza del proprio errore, hanno rischiato di veder svanire anche la speranza. Un errore evitato, magari, proprio grazie all’ascolto.

Damiano Mattana

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