IL PAPA: “LA PENA DI MORTE E’ CONTRO IL PIANO DI DIO”

“La pena di morte è contro il piano di Dio per l’uomo e la società e la sua giustizia misericordiosa”. Papa Francesco lo ha ribadito in un videomessaggio trasmesso in occasione del IV Congresso mondiale contro la pena di morte, in corso ad Oslo, in Norvegia, con la partecipazione di 140 organizzazioni da tutto il mondo. Il diritto inviolabile alla vita, ha ricordato il Pontefice, è un dono del Signore e appartiene a tutti “compresi i criminali”. Oltretutto, ha sottolineato, l’estremo supplizio non raggiunge nessun obiettivo di punizione, “non rende giustizia alle vittime e invece favorisce la vendetta. Bergoglio ha chiarito nuovamente che il “comandamento ‘non uccidere’ ha valore assoluto e si applica sia agli innocenti che ai colpevoli”.

Il Papa dice dunque “no” alla pena di morte e anche a quelle condanne “senza speranza” che sono una forma di “tortura”. “Vorrei incoraggiare tutti – ha detto il Papa – a lavorare non solo per l’abolizione della pena di morte, ma anche per il miglioramento delle condizioni di detenzione, in modo che rispettino pienamente la dignità umana di coloro che sono incarcerati. ‘Rendere giustizia’ non significa cercare una punizione fine a se stessa, ma assicurare che lo scopo fondamentale di ogni pena è la riabilitazione del reo”. E allora il sistema di giustizia penale deve essere aperto “alla possibilità del reinserimento del reo nella società. Non c’è giusta punizione senza speranza! Una punizione che sia fine a se stessa, senza spazio per la speranza, è una forma di tortura”. In tutto questo, ha aggiunto il Santo Padre, “Il Giubileo speciale della Misericordia è una buona occasione per promuovere in tutto il mondo il rispetto per la vita e per la dignità di ogni persona”.

Non è la prima volta che il Pontefice interviene su questo argomento. Lo scorso settembre, di fronte al Congresso degli Stati Uniti, aveva detto: “Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini. Recentemente i miei fratelli vescovi qui negli Stati Uniti hanno rinnovato il loro appello per l’abolizione della pena di morte. Io non solo li appoggio, ma offro anche sostegno a tutti coloro che sono convinti che una giusta e necessaria punizione non deve mai escludere la dimensione della speranza e l’obiettivo della riabilitazione”.