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Dal G20 alla COP26, lotta alle emissioni con lo stop al carbone

“Non passeremo alle energie rinnovabili dal giorno alla notte, intanto smetteremo di finanziare il carbone”. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, chiarisce quali saranno i passi che accompagneranno le Nazioni dal G20 in poi. Con la consapevolezza che, chiuso il summit romano, a Glasgow è già iniziata l’assemblea della COP26 sul clima. Il vertice alla Nuvola dell’Eur si è chiuso con un’intesa ma con poche indicazioni circa le date. Il 2050 non si vede ma Biden lo cita, quantificando il “metà secolo” posto come data di scadenza per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero. L’inquilino della Casa Bianca vola basso ma fissa la mission: “Non è realistico smettere di usare benzina e gas all’improvviso, ma arriveremo ad emissioni zero entro il 2050”.

Draghi: “Basi per una ripresa più equa”

L’impegno di tutelare il clima terrestre è stato comunque preso. I potenti della Terra lavoreranno affinché il livello del riscaldamento globale sia tenuto sotto 1,5 gradi. Impegno condiviso anche da Cina e Russia. I termini generici utilizzati per indicare la cessazione del ricorso ai combustibili fossili, però, lasciano aperti alcuni dubbi. Per il premier Mario Draghi, a ogni modo, il G20 è stato un successo e “getta le basi per una ripresa più equa”. Anche perché, ricordando gli accordi di Parigi, precisa come allora non fossero state poste date di scadenza. “Questo vertice mi rende fiducioso per la capacità che il G20 sembra aver ritrovato di affrontare le sfide epocali esistenziali, dal Covid al clima. Abbiamo gettato le basi per una ripresa più equa”.

G20, convergenza sul clima

L’esternazione sulle disuguaglianze relative alla distribuzione vaccinale ha fatto riflettere. Ma l’argomento clima, anche in virtù della corrispondenza con la COP26, resta in cima alla lista, anche davanti alla pandemia. Un’urgenza non più procrastinabile e che richiederà, da ora più che mai, degli impegni precisi: “Sul clima, per la prima volta i Paesi G20 si sono impegnati a mantenere a portata di mano l’obiettivo di contenere il surriscaldamento sotto i 1,5 gradi con azioni immediate e impegni a medio termine”.

E ribadisce: “Anche sul carbone i finanziamenti pubblici non andranno oltre la fine di quest’anno. Il senso di urgenza c’è ed è stato condiviso da tutti e si vede nel fatto che l’obiettivo dell’1,5 gradi è stato riconosciuto come scientificamente valido”. Il Covid le carte le ha rimescolate e vige “una certa preoccupazione”. Per questo “occorre ora dimostrare credibilità attuando le promesse fatte”. La ripresa, invece, parlerà la lingua di 609 miliardi dedicati ai Paesi più vulnerabili.

Damiano Mattana

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