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Don Di Noto: “La pedofilia è un crimine contro l’umanità”

“La mia vita è cambiata nel momento in cui ho visto a cosa erano sottoposti alcuni bambini”. Le parole di don Fortunato Di Noto inquadrano, in modo lapidario, quanto il crimine odioso degli abusi sui minori possa ferire la società che vi assiste, spesso nel silenzio. Perché, molte volte, il crimine agisce nell’ombra. E lo fa sfruttando il punto debole di una quotidianità che viaggia a ritmi troppo sostenuti per accorgersi di quanto accade, spesso nemmeno a troppa distanza. Don Fortunato, ospite a un incontro pubblico promosso dalla XXXI edizione del Premio Nazionale Paolo Borsellino, a L’Aquila, è da anni in prima linea nel contrasto ai fenomeni di abuso e violenza nei confronti dei minori. Del resto, “sentire i racconti e vedere effettivamente di cosa si parla sono cose diverse, e solo conoscendo effettivamente cosa accade si riesce davvero a capire. La pedofilia è un crimine contro l’umanità“.

Don Di Noto: “Occorre prevenzione”

Il fondatore e presidente dell’Associazione Meter, impegnata dal 1989 contro ogni forma di violenza, sfruttamento e anche di indifferenza sui diritti negati ai minori, ha ricevuto la targa del Premio Borsellino. Un riconoscimento – conferito dal sindaco aquilano, Pierluigi Biondi – per un impegno costante, anche sul delicato fronte del contrasto alla pedopornografia e, in generale, alle minacce del web nei confronti dei minori. “Oltre che un reato – ha detto il sacerdote – la pedopornografia e la pedofilia sono dei gli atti criminali, i più abietti nei confronti minori, bambini e, addirittura, neonati”. Lo strumento di contrasto, come spesso accade, è principalmente quello della prevenzione, ma anche della “formazione soprattutto tra i più giovani. Parliamo di un fenomeno enorme, in grande crescita, trasversale e le nuove tecnologie, attraverso i social o il metaverso, aumenta il rischio di adescamento per i più piccoli e la produzione di materiale, come foto o video, pedopornografico”.

Sensibilizzare le comunità

Sensibilizzare per creare una coscienza. E, insieme, una risposta a un’emergenza sociale che, secondo i dati della Polizia Postale, ha prodotto circa settemila casi. “Occorre sempre tenere altissimo il livello di attenzione”, ha detto don Di Noto, ma anche “applicare le leggi che, qui in Italia sono all’avanguardia”. E anche l’occasione del riconoscimento a L’Aquila costituisce “un momento importante di un percorso teso a sensibilizzare le comunità“. Lo ha ricordato anche il sindaco Biondi: “Un lungo percorso di attivismo che, tra le altre cose, ha portato alla creazione di un protocollo ufficiale tra la Polizia Postale italiana e decine di polizie internazionali”.

redazione

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