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Covid, Italia quasi tutta gialla da lunedì: cosa cambia

L’Italia è pronta a tornare in zona gialla a partire dall’inizio della prossima settimana. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, si appresta a firmare l’ordinanza che, di fatto, consentirà al Paese di tornare a una semi-normalità, pur restando in vigore le consuete raccomandazioni e, soprattutto, il divieto di spostamento fra Regioni, già previsto dall’ultimo Dpcm. Resterà anche il coprifuoco tra le 22 e le 5 del mattino.

Se la maggior parte della Nazione diverrà di fatto monocromatica, alcuni territori passeranno in fascia arancione, mantenendo quindi le disposizioni adottate fin qui dalla stragrande maggioranza delle Regioni italiane. Passeranno dal rosso all’arancio cinque territori (Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano), mentre tutte le altre Regioni e Province autonome diventeranno “gialle”.

Italia gialla, Speranza: “Indice a 0,84, risultato incoraggiante”

La situazione verrà sostanzialmente ripristinata come era prima delle festività natalizie. Come previsto dall’ultimo decreto, tuttavia, l’interdizione agli spostamenti fra regioni resterà. Come precisato dal ministro Speranza in un post su Facebook, “l’indice di trasmissione del contagio è sceso a 0,84. È un risultato incoraggiante frutto dei comportamenti corretti delle persone e delle misure di Natale che hanno funzionato. Numerose regioni torneranno in zona gialla. Questa è una buona notizia, ma è fondamentale mantenere la massima attenzione. La sfida al virus è ancora molto complessa“.

Ricorso della Sardegna

Nel frattempo, la Sardegna inoltra ricorso al Tar contro l’ordinanza del Ministero della Salute. Ad annunciarlo è il governatore Christian Solinas, che ritiene il provvedimento “immotivato” e gravemente dannoso per “il nostro tessuto economico e produttivo, affliggendo la Sardegna con un nuovo insopportabile atto di prevaricazione”. Secondo il presidente della Regione, infatti, “tutti gli indicatori consentono di mantenere la Sardegna in zona gialla”. Permettendo quindi “al nostro sistema economico e produttivo di continuare il proprio lavoro”. Con la speranza che non si delinei il profilo di un altro caso Lombardia.

Damiano Mattana

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