La Lombardia torna arancione ma i commercianti minacciano la class action

La Regione torna nella seconda fascia di rischio, dopo aver trascorso una settimana in zona rossa per errore. Polemica Fontana-Speranza

Milano

Nuovo assetto cromatico per alcune regioni italiane, che passano dalla fascia rossa a quella arancione. Una di queste è la Lombardia che, dopo aver trascorso una settimana nella maggior fascia di rischio a causa di un errore. L’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha di fatto rimediato a un prolungamento della permanenza in zona rossa dovuto a un calcolo errato dei dati di contagio, che avevano erroneamente portata a 1.4 l’Rt regionale. Nonostante questo fosse inferiore a 1.

Uno scivolone che potrebbe costare caro. I commercianti infatti, chiusi per un’ulteriore settimana senza motivo, sono andati su tutte le furie e sarebbero pronti a una class action per i danni subiti. Anche perché la chiusura forzata (che si è capito essere immotivata rispetto ai numeri dell’indice di contagio) è corrisposta al periodo di saldi, quindi di maggior commercio per i negozianti, soprattutto d’abbigliamento.

Fontana: “Mai fatto una rettifica”

Nella giornata di ieri, il ministro della Salute ha reso noto che “senza l’ammissione di questo errore non sarebbe stato possibile riportare la Regione in zona arancione. Questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa”. Replicando al governatore lombardo Attilio Fontana, che sosteneva come, in realtà, l’annunciata rettifica dei dati non ci fosse stata.

In sostanza, dal Pirellone si sostiene che non sia stata la Regione a sbagliare i dati. Non solo. Fontana ha fatto sapere che il ricorso presentato al Tar contro la zona rossa andrà avanti. E fra le varie mosse ci sarà anche l’impugnazione dell’ultima ordinanza del Ministero della Salute e i verbali del Cts nei quali si accenna alla rettifica.

Lombardia zona rossa, prosegue la polemica

La Lombardia torna quindi arancione ma la polemica non accenna a sgonfiarsi. E il caos rischia di protrarsi anche alla prossima conferenza Stato-Regioni, nella quale Fontana ha già annunciato che presenterà la richiesta di un accomodamento. Nello specifico, che “nell’ambito del prossimo scostamento autorizzato dal Parlamento venga inserita esplicitamente una somma che equivale a quello che è stato il danno che le nostre categorie hanno subito”.