L’Irlanda richiude tutto: torna il lockdown ma le scuole restano aperte

Il premier Michael Martin ha emesso una direttiva valida per le prossime sei settimane. Stop a bar e ristoranti, aperte solo le attività essenziali Ma i ragazzi continueranno ad andare in classe

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E’ l’Irlanda il primo Paese europeo a tornare a un lockdown generale. Ad annunciarlo, il primo ministro Michael Martin, che emette una direttiva nazionale chiedendo ai cittadini di “restare a casa” da qui alle prossime sei settimane. Precisando, però, che resteranno aperte le scuole. Un periodo di chiusura più lungo delle quattro settimane di stop mirati adottati dagli altri Paesi. Una misura estremamente rigida che ricalca quanto accadde nei mesi peggiori della pandemia: niente bar né ristoranti, per i quali sarà possibile adottare solo il servizio da asporto. E niente attività commerciali che non siano quelle essenziali. Esattamente come nei giorni più bui del coronavirus. Il lockdown scatterà alla mezzanotte di mercoledì: ventiquattr’ore di tempo, quindi, per prepararsi a più di un mese di stop.

La strategia

Il taoiseach irlandese ha comunque fatto sapere che la situazione verrà valutata al termine della quarta settimana. Se il quadro complessivo vedrà un miglioramento più consistente del previsto si potrebbe anche optare per una riduzione della misura. Per il momento, però, vigeranno le regole date dal decreto del premier. Nel quale si precisa che, fino a nuovo ordine, non saranno consentiti spostamenti oltre i 5 chilometri da casa, con applicazione di sanzioni qualora la disposizione venga violata. Gli unici esenti, saranno gli impiegati presso attività lavorative ritenute essenziali, oppure in caso di necessità comprovate. In sostanza, in modo del tutto simile a quello che fu il periodo di chiusura dei mesi scorsi. Il 2020 è stato un anno difficile – ha detto Martin – e non l’abbiamo ancora superato; individui e famiglie in prima linea si sono già sacrificati molto”.

Irlanda in difficoltà

La situazione in Irlanda è simile a quella degli altri Paesi. Secondo il taoiseach, alcuni hanno rispettato le disposizioni, altri no. Tuttavia, a decretare le nuove misure, le più rigide a livello europeo, sono state le previsioni più che i dati effettivi. Per il premier, infatti, il sistema sanitario irlandese non avrebbe potuto far fronte a un’escalation di contagi come quella che si prospettava. Nel Paese, che un mese fa aveva disposto le prime nuove restrizioni, resteranno comunque aperte fabbriche e cantieri.