Si aggrava sempre più la situazione dell’America Latina, dove il numero dei contagiati da coronavirus ha superato quota 50 mila con oltre 2.000 morti. E’ quanto emerge da una statistica dell’Ansa per la situazione esistente in 34 Nazioni e territori latino americani. In meno di 48 ora, la regione è passata da un dato di 40.092 casi confermati l’8 aprile ai 50.037 contagiati di oggi. Nella regione, sono decedute per coronavirus 2.061 persone.
Il primo Paese in America latina per numero di contagiati e vittime da coronavirus si conferma il Brasile, con 17.857 positivi e 941 deceduti. Seguono per numero di contagiati il Cile (5.972) e Perù (5.256), che con un’impennata di 915 casi confermati in 24 ore ha superato l’Ecuador (4.965), Paese che invece continua a confermare l’alto bilancio di morti (272) in proporzione alla sua popolazione che è 12 volte inferiore a quella brasiliana. L’elenco dei Paesi con il maggior numero di positivi nella regione continua con Messico (3.441 e 194 vittime), Panama (2.752 e 66), Repubblica Dominicana (2349 e 118), Colombia (2223 e 63) e Argentina (1.894 e 79).
Il numero di decessi e di persone contagiate dal coronavirus è “molto più elevato” di quello riportato dalle autorità brasiliane e di San Paolo: lo ha sostenuto Joao Batista, leader del sindacato che rappresenta gli impiegati pubblici del Comune di San Paolo (Sinpesp). “Non so dire esattamente di quanto sia sottostimato questo numero, ma credo che le cifre ufficiali dovrebbero essere moltiplicate per dieci, per sapere approssimativamente quale sia la realtà della pandemia, ciò che sta accadendo è un inferno”, ha detto Batista all’Ansa. Secondo il dirigente sindacale, a San Paolo e in tutto il Brasile in generale “praticamente non vengono condotti test, ce ne sono 258 per ogni milione di abitanti, mentre in Germania ce ne sono quasi 11 mila ogni milione e in Spagna sono più di settemila per milione”. Inoltre, le autorità municipali, statali e federali “non sono obbligate a rilasciare una perizia sulle cause dei decessi di persone che avevano i sintomi del coronavirus, nonostante sia evidente l’aumento delle morti che potrebbero essere correlate alla malattia”, ha aggiunto Batista.
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