COSA CI PORTANO
QUESTI RE MAGI

La festa dei Magi la vogliamo interpretare con uno sguardo attuale su chi ha saputo effettuare una rivoluzione in grado di sorprendere il mondo. Una dignità regale intesa come capacità di governare, testimoniare, fungere da punto di riferimento per le grandi trasformazioni di cui la società ha bisogno. InTerris.it ha scelto tre grandi personalità, molto diverse tra loro, ma che hanno in comune i supremi valori della libertà, dell’uguaglianza, della dignità della persona; nuovi Magi che portino in dono una speranza di cambiamento.

La prima è Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace ad appena 17 anni; la testimonianza sofferta di come le rivoluzioni possano e debbano nascere dalla cultura e non dalla violenza; e di come tutto ciò possa essere fatto da una ragazza normale. La sua battaglia  – infatti – nasce all’età di undici anni quando è diventata celebre per un blog da lei curato per la Bbc nel quale documentava i soprusi del regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne. L’ha portata avanti con grande fatica in Pakistan: il 9 ottobre 2012 è stata gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo del pullman di ritorno da scuola; è sopravvissuta all’agguato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Il suo obiettivo ora  è quello di garantire la scolarizzazione a tutti. La consapevolezza dei propri diritti, infatti, l’occasione di evoluzione di un popolo passa per la crescita culturale; ecco perché chi detiene il potere spesso lo utilizza per lasciare la gente nell’analfabetismo. Malala non si è fatta spaventare, anzi ha aumentato il suo impegno per l’istruzione a tutti i bambini. Il suo regalo al mondo, al di là della forza di volontà che di per sé è già un valore, è la possibilità per ciascuno di non essere emarginato nell’ignoranza.

Anche Aung San Suu Kyi, figlia del generale Aung San (capo della fazione nazionalista del Partito Comunista della Birmania) è da sempre in lotta contro la dittatura militare Birmana. Premio Nobel per la Pace (1991), ha passato molti anni in carcere a causa del suo impegno per i diritti umani. Come Malala, è scampata a un attentato: il 30 maggio 2003, mentre era a bordo di un convoglio con numerosi sostenitori, un gruppo di miliziani aprì il fuoco massacrando diverse persone. Lei si salvò grazie alla prontezza del suo autista, ma fu arrestata. Dal carcere la sua voce divenne sempre più forte, tanto da essere udita da tutti. Dal 2010 San Suu Kyi è tornata libera a seguito delle pressioni internazionali e oggi gira il pianeta per testimoniare la propria storia. La sua battaglia contro le dittature è ancora lontana dall’essere vinta, ma la fiamma della speranza è ben visibile.

La terza figura è quella di Papa Francesco. La sua opera di rivoluzione nella Chiesa è l’immagine stessa dell’evangelizzazione, dell’apertura, del dialogo. Le parrocchie che a ogni latitudine aprono le porte ai bisognosi, ai deboli, agli ultimi rappresentano la testimonianza concreta dell’attenzione verso chi soffre; e la stigmatizzazione degli sbagli del clero, a tutti i livelli, sono una ventata – anzi, una tempesta – di novità che ha scosso il mondo. Chi è capace a mettere in discussione se stesso è più credibile quando parla agli altri; in questo senso non stupisce la breccia che il Pontefice ha fatto nei muri ancora alti tra Usa e Cuba così come – un percorso appena iniziato – tra le due Coree. Il regalo portato da Francesco è quindi il coraggio di cambiare.

Ecco dunque i doni per il 2015: coraggio, dialogo, impegno per la pace. Ciò di cui si sente più bisogno. Il senso profondo del messaggio del Salvatore può essere riconosciuto nelle scelte di vita di persone anche lontane ideologicamente e geograficamente, al di là della religione.