1 maggio e caporalato: sfruttavano extracomuniari nelle vigne di Asti

I braccianti pagati 3 euro l'ora. Tre arrestati - di origine albanese - a capo di una cooperativa agricola di Canelli

Sfruttavano braccianti agricoli extracomunitari, durante la vendemmia nel Monferrato, pagandoli 3 euro l’ora e facendoli lavorare fino a dieci ore ininterrotte al giorno. Tre presunti ‘caporali’ albanesi sono stati arrestati questa mattina – 1 maggio, festa del lavoratori – dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Canelli (Asti), che hanno denunciato a piede libero altre 5 persone. I tre arrestati – a capo di una cooperativa di Canelli – sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravato dalla finalità di discriminazione razziale.

Africa nera

Originari di Nigeria, Gambia, Senegal e Mali, gli stranieri sfruttati, dal 2018 circa 37 secondo quanto accertato dalle indagini dei carabinieri ripresi da Ansa, provenivano in prevalenza dai centri di accoglienza per migranti. Venivano portati in vigna senza alcun rispetto delle più basilari norme in materia di sicurezza del lavoro, in condizioni degradanti, spesso umiliati e insultati per la loro provenienza e fatti alloggiare in stabili fatiscenti. Dai salari, i caporali detraevano le spese di vitto e alloggio e anche il servizio di trasporto veniva decurtato dalla paga giornaliera, per la maggior parte in nero: solo il 20% veniva denunciato all’Inps. Gli altri cinque denunciati a piede libero si occupavano in prevalenza del trasporto dei braccianti in vigna e li controllavano. Tra questi un’astigiana di Canelli, che gestiva la contabilità occulta dei profitti guadagnati e la corresponsione dei salari.