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Mafia: colpo al clan Noce di Palermo, 11 arresti tra cui il presunto boss

Vasta operazione antimafia a Palermo condotta dalla Polizia di Stato. Circa 100 uomini della Squadra Mobile, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito stamani dalle prime luci dell’alba un’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal gip del locale Tribunale nei confronti 11 soggetti, indagati a diverso titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato ed altro. Nove sono finiti in carcere e due ai domiciliari.

Operazione “Padronanza”

Ad essere arrestati sono gli esponenti del mandamento della Noce, un quartiere di Palermo da sempre spiegano gli inquirenti – snodo strategico per gli interessi economici di Cosa Nostra. L’operazione è stata denominata “Padronanza“. Dalle indagini è emersa una radiografia del clan mafioso e l’allarmante quadro di una organizzazione criminale sempre “vitale” e pronta ad intessere rapporti illeciti pur di ottenere profitti economici. Nella geografia dei mandamenti quello della “Noce” è stato sempre uno snodo strategico per gli interessi economici di Cosa Nostra. Il boss Totò Riina, prima di essere arrestato, diceva che “era nel suo cuore”.

Il nuovo boss amico di Mineo

Tra gli 11 arrestati c’è infatti anche Salvatore Alfano, 64 anni, ritenuto il nuovo boss della Noce. Alfano avrebbe avuto l’investitura direttamente da Settimo Mineo – il capo che aveva cercato di ricostituire la nuova Cupola dopo la morte di Totò Riina – con un bacio sulla bocca nella piazza principale del quartiere. Mineo andava a trovare spesso Alfano nella concessionaria di famiglia, in piazza Principe di Camporeale. Già questo un segno di rispetto. La riorganizzazione della cupola mafiosa fu bloccata due anni fa dalla procura di Palermo: Mineo venne arrestato il 4 dicembre del 2018.

Nuovi equilibri

Le indagini hanno fatto luce sui delicati equilibri all’interno del mandamento, specie tra le famiglie della “Noce” e di “Cruillas“, registrando una strutturata spartizione di compiti, con “deleghe” affidate a uomini di fiducia, in relazione a diversi campi di interesse economico: appalti, compravendite di terreni, scommesse on line ed estorsioni. L’inchiesta odierna, riporta Ansa, fa luce proprio sul mandamento della Noce. Si è scoperto che la famiglia puntava a un rigido controllo del territorio, con estorsioni a tappeto e persino con la gestione delle giostre; negli ultimi tempi i boss si erano lanciati anche nel settore delle intermediazioni immobiliari.

Milena Castigli

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