Umberto Bossi è stato condannato dal Tribunale di Bergamo a un anno e sei mesi di carcere per vilipendio al capo dello Stato. I fatti contestasti risalgono al 29 dicembre del 2011, quando alla manifestazione “Berghem Frecc” di Albino un paese della bergamasca, l’ex segretario leghista pronunciò un comizio dai toni accesi contro l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e l’allora premier Mario Monti, facendo il gesto delle corna e usando parole forti.
Il caso finì poi nella Procura bergamasca per competenza territoriale, fino al rinvio a giudizio chiesto il 18 giugno scorso dal pm Gianluigi Dettori. Per l’avvocato della difesa, Matteo Brigandì, i fatti avvennero in un clima “politicamente pesante, di astio” e all’interno di una “situazione di natura politica coerente con l’attività svolta” da Bossi e ha chiesto quindi che il Tribunale “valutasse l’insindacabilità dei fatti”. Bossi è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali, mentre la Corte ha respinto la richiesta del pm di aggravante con fini di discriminazione etnica. Non sono state prese in considerazioni neanche le eccezioni di costituzionalità sollevate dalla difesa.
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