Nelle concitate giornate post-referendum, l’accelerata solitaria del Veneto sullo statuto speciale ha provocato più di una reazione dentro e fuori la Lega. Particolare attenzione su quanto accade nel Nord Italia la concentra il Governo, con il presidente del Consiglio Gentiloni che, dalla raffineria Eni di Porto Marghera, ha spiegato di guardare “con interesse, rispetto, disponibilità alla discussione aperta dai referendum sul tema dell’autonomia”, dicendosi “disposto a fare dei passi in avanti”. Questo perché, secondo il premier, “non abbiamo bisogno di ulteriori lacerazioni sociali ma bisogna ricucire le lacerazioni che la crisi ha provocato”.
Il Governo, quindi, stando alle parole del premier “è pronto a un confronto di merito con le regioni su queste funzioni per averne di più efficienti. E questo è possibile anzi è probabile”. Da Palazzo Chigi, perciò, il clima è quello dell’apertura a un confronto che possa però avvenire “nei limiti fissati dalle leggi e dalla Costituzione” e che sia finalizzato a discutere su “come far funzionare meglio l’Italia e non dell’Italia. Il Governo su questo ha la massima apertura ed è aperto al confronto”. Il che, tradotto, significa valutare la possibilità di parlare su termini e condizioni ma, allo stesso tempo, andare cauti sul prendere decisioni che possano minare, direttamente o indirettamente, la stabilità e l’unità del Paese: “Le nostre città sono sempre state, nella storia del nostro Paese, il luogo dell’identità e della proiezione internazionale, e forse Venezia ne è uno dei simboli più straordinari… E questa identità è una delle carte da giocare per il nostro futuro” perché “abbiamo bisogno di essere fieri della nostra identità, perché essere cittadini del mondo oggi è possibile solo avendo radici”.
Parole, quelle di Gentiloni, lette in maniera positiva dal presidente della Regione Veneto, Zaia, il quale ha commentato il discorso del premier spiegando che “non mancheremo di fare la nostra proposta nell’alveo della Costituzione, che parla non solo di competenze e di federalismo fiscale ma anche delle modalità della trattativa”. Sui tempi che occorreranno per raggiungere un’intesa soddisfacente per entrambi i contendenti, il governatore ha preferito non sbilanciarsi: “Se c’è la volontà da entrambe le parti, i tempi possono essere più ragionevoli di quelli della pubblica amministrazione e delle pastoie della politica”.
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