Isondaggi parlano chiaro: a poco più di un mese dalle prossime elezioni politiche, fissate al 4 marzo, il centrodestra è dato come super favorito. Secondo la “Supermedia della settimana”, elaborata da YouTrend per l'agenzia Agi, la coalizione di centrodestra conquista infatti il 37% delle preferenze, piazzandosi circa dieci punti sopra la coalizione del Pd e del M5S.
In termini di collegi, le statistiche si traducono in un “filotto” del centrodestra al Nord e in una sonora sconfitta per Matteo Renzi e compagni, costretti ad accontentarsi delle Regioni rosse. “Al sud – si legge sul Corriere della Sera – la partita si riduce ad un duello fra centrodestra e Movimento 5 Stelle, con la coalizione guidata dal Pd che deve rassegnarsi a quello che in termini calcistici si definisce il gol della bandiera”.
Secondo le rilevazioni elaborate tra il 17 e il 18 gennaio dall’Istituto Ipsosm sui 231 collegi uninominali della Camera, l’alleanza Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia dovrebbe conquistare 31 seggi su 35 in Lombardia; 16 seggi su 19 in Veneto; 11 in Piemonte e 4 su 5 in Friuli Venezia-Giulia, dove il centrodestra vince per 4-1 con la sinistra e il Movimento a zero. Unica eccezione il Trentino Alto Adige, dove il Pd vince 4-2.
Il pentastellati si rifanno però in Liguria: 3 seggi contro i due del centrodestra del governatore Toti e solo uno di Renzi e nelle Marche (4 collegi su 6); Grillo si difende anche nel Lazio: 7 collegi, contro gli 11 del trio Berlusconi-Salvini-Meloni e i 3 del centrosinistra.
Alla coalizione progressista potrebbero andare solo le tradizionali roccaforti “rosse”: nella Toscana di Matteo Renzi il Pd conquista 11 seggi su 14 (2 al centrodestra e uno ai grillini) e, in Emilia-Romagna, ne prende 12 su 17.
Guerra a due (M5S e Centrodestra) nelle regioni meridionali: secondo le statistiche Ipsos, infatti, la coalizione moderata è in vantaggio in Puglia (12 a 5), Campania (13 a 8), Sicilia (11 a 9) e Calabria (4 a 3). Praticamente inesistenti i democratici, con soli 4 collegi in 6 regioni.
A quarantacinque giorni dalle urne, però, l’elemento più preoccupante è la quota di persone che, per il momento, non ha deciso se andare a votare e per chi votare. Gli indecisi sono il 37,5%, ovvero un bacino di circa 18 milioni di italiani che potrebbero far spostare l'ago della bilancia in un verso o nell'altro.
A conti fatti, il Centrodestra non avrebbe ancora la maggioranza: per raggiungere l’obiettivo, ai 266 seggi potenziali ne mancherebbero altri 50. Giochi aperti, dunque, fino alla fine.
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