“Sì” bipartisan del Senato: il ddl Piccoli comuni è legge

Una grande soddisfazione ha accompagnato l’ok bipartisan del Senato al ddl Piccoli comuni, ora diventato legge a tutti gli effetti. La quasi unanimità di Palazzo Madama (205 voti a favore e 2 astenuti) sul testo con Ermete Realacci primo firmatario, garantirà la tutela per tutti quei centri abitati non superiori ai cinquemila abitanti (in tutto 5.591), accompagnando la salvaguardia con l’istituzione di fondi per lo sviluppo e il mantenimento. Una legge ad hoc, pensata per offrire una via di fuga a tutti quei comuni avviati sulla strada dello spopolamento e per tutelarne i patrimoni storici, in molti casi di altissima rilevanza culturale, attraverso un supporto economico: “Una bella giornata per chi vuole bene all’Italia – ha spiegato il firmatario Realacci -. Con il varo quasi all’unanimità del Senato possiamo finalmente brindare alla mia legge per la valorizzazione dei Piccoli comuni”.

Decaro: “Spopolamento da fermare”

Soddisfatto anche il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, il quale ha spiegato che “la dimensione demografica non è un difetto” mentre “lo spopolamento lo è”.Secondo il presidente, “con l’approvazione di questa legge finalmente si sancisce la specificità dei piccoli Comuni, si fissa il principio basilare che questi centri hanno bisogno di politiche differenziate e di sostegno specifico rispetto alle loro peculiarità”. Si mette inoltre a punto una strategia fondamentale per passare alla cosiddetta“agenda del controesodo”. La nuova legge, infatti, istituirà un fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale degli abitati con una popolazione inferiore alle 5 mila unità, con disponibilità di 10 milioni di euro per l’anno 2017 e di 15 milioni per ogni anno dal 2018 al 2023. Ogni comune potrà impiegare i fondi per ristrutturare o riqualificare aree ritenute di particolare interesse o in condizioni di maggiore urgenza d’intervento.

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“Oggi è una giornata felice per gli oltre cinquemila piccoli comuni italiani”. Lo ha detto Carlo Personeni, presidente della Federazione nazionale dei Consorzi di bacino imbrifero montano (Federbim). “I nostri territori attendevano da tempo questo provvedimento che crea per i piccoli municipi condizioni concrete di sviluppo e di crescita”. Tra queste rientrerà un’assistenza dal punto di vista farmaceutico, con “la distribuzione facilitata dei farmaci” e “la possibilità che le farmacie eroghino altri servizi”. Facilitazioni pensate per sopperire a esigenze consuete per quei comuni che, come spiegato ancora da Decaro, rappresentano il 69,9% dei comuni italiani, occupanti il 54% del territorio nazionale per un totale di 11 milioni di abitanti. Il ddl, inoltre, garantirà “interventi in materia di ambiente, protezione civile, istruzione, sanità, servizi socio-assistenziali, trasporti, viabilità e servizi postali”.

Pirozzi: “Piccoli comuni il polmone dell’Italia”

Alla soddisfazione generale si è aggiunta anche quella del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, il quale ha detto in una nota che “il via libera del Senato al disegno di legge sui Piccoli comuni, peraltro con una così ampia condivisione da parte delle forze parlamentari, è la più bella notizia di questa giornata”. Secondo il primo cittadino, i piccoli centri abitati interessati “sono il polmone dell’Italia” e “contrastarne lo spopolamento è una esigenza primaria e indifferibile, perché è qui che la qualità della vita può essere migliore. Il mio augurio per queste terre meravigliose, delle quali fa parte anche la mia Amatrice, è che questo giorno segni l’inizio di una controtendenza: che da oggi queste piccole e straordinarie comunità siano sempre più sostenute e vissute e che le persone tornino ad abitare i luoghi più belli d’Italia, quelli che rappresentano il più bel volto di questa Nazione, il più vero”.