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Savona replica a Draghi

Arriva dal ministro agli Affari europei, Paolo Savona, la risposta del governo italiano al presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, che qualche giorno fa aveva criticato l'Italia e il suo esecutivo reo, secondo lui, di aver lasciato troppo spazio alle parole: “Le parole negli ultimi mesi sono cambiate diverse volte ora aspettiamo i fatti – aveva detto il numero uno della Bce -. Finora sfortunatamente le parole hanno creato dei danni”. Atteggiamento che, a suo giudizio, avrebbe influito sui mercati: “I tassi di interesse sono saliti per le famiglie e per le imprese”. Il titolare del dicastero alle relazioni europee ed economista, ha replicato al presidente durante il festival Proxima, a Torino, affermando che “Mario Draghi si è procurato dei poteri che non avevamo previsto. Fa interventi sui cambi di cui sappiamo molto poco. La mia proposta è che questi poteri vengano messi nello Statuto (della Bce, ndr) in modo che poteri e responsabilità coincidano”.

Savona: “Draghi abile in circostanze difficili”

Nessun attacco comunque, considerando che in un comunicato diffuso qualche ora fa, il ministro ha ribadito le sue posizioni in merito al percorso da effettuare per un miglioramento delle politiche comunitarie, affermando, su Draghi, che “la sua abilità ha consentito di superare i vincoli della sua azione di fronte alle carenze statutarie, come ha confermato la Corte di giustizia investita del problema da parte della Germania. Ma ciò ha richiesto tempo e trascinato polemiche non ancora sopitesi. Meglio incorporare i poteri nelle norme statutarie, affinché si affermi la volontà democratica propriamente definita e non quella puramente giurisdizionale”.

Rinnovare la Bce

E conferma il giudizio positivo su Draghi il quale, a suo parere, “è stato un valente Presidente che ha operato in una condizione di grandi difficoltà. Il problema è che le istituzioni devono essere ben regolate per ogni circostanza, cosa che attualmente manca”. Non così per la Bce che, secondo il ministro Savona, dovrebbe rinnovare la sua governance: “La mia proposta è che questi poteri vengano messi nello statuto, in modo che coincidano con le responsabilità. Se continuiamo a parlare di immigrazione portiamo l'Europa alla soglia della rottura, l'unico modo per cercare di attenuare le polemiche è prendere in mano le discussioni di fondo, cioè come funziona la politica fiscale”.

redazione

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