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Sanità: in Lombardia “accordo storico” con il sì dei sindacati

A parlar di tagli in questi giorni si cammina su un terreno minato pronto ad esplodere in attesa del passo sbagliato, e solo la parola crea tensioni. Come accaduto nei giorni scorsi,  in cui i governatori di Veneto e Lombardia minacciavano di indire lo sciopero fiscale in risposta ad ulteriori tagli ai fondi stanziati dal Patto per la salute. Ma il chiarimento e la conferma giungono dal ministro Beatrice Lorenzin che dichiara che la revisione della spesa sarà rivolta alla compagine ministeriale senza toccare il servizio sanitario. Anzi, le organizzazioni sindacali,  rappresentate da Elena Lattuada, Gigi Petteni e Danilo Margaritella sono convinte nel definire questo patto “un accordo storico”, teso a fornire un servizio efficiente senza ricadere sulle spese dei cittadini. Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, si assume l’impegno di creare una legge che funga da “spartitraffico” per aprire la strada ad altri accordi e sottolinea la fondamentale collaborazione tra servizio pubblico e privato: “Il rapporto – dice il documento – deve essere fondato non sulla concorrenza ma su una feconda sinergia, paritario negli oneri come nei doveri”.

La progressiva riduzione fino ad abolizione del ticket costituisce l’altra importante novità, ma il progetto si propone di rilanciare le politiche di prevenzione a casa come sul lavoro, prevedendo il ripristino delle modalità di esenzione in vigore fino al 2011 per cassintegrati, disoccupati e lavoratori in mobilità. Non si è affrontato il discorso relativo a riassetto o all’accorpamento delle Asl. Il vice presidente Mantovani con uno sguardo al futuro ribadisce: «Sarà fondamentale offrire nuovi modelli in grado di rispondere con efficacia ai bisogni di salute della popolazione, integrando le cure ospedaliere con quelle territoriali». Soddisfazione anche da parte dell’ assessore alla famiglia, solidarietà sociale e volontariato Maria Cristina Cantù: “Questa intesa dimostra la differenza rispetto a una logica di concertazione, che ha fatto sì che il conto lo pagassero le generazioni future”. Grande attesa, quindi, per la conclusione del dialogo intrapreso, che Maroni si impegna a concludere per definire la proposta di legge da sottoporre alla Giunta prima e infine al Consiglio Regionale.

Moira Schena

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