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Salvini: “Nessuno stop, solo revisione”

Fa discutere lo stop provvisorio imposto dal governo al progetto Tav con l'approvazione della mozione che rimetto tutto in discussione in modo integrale. Una decisione che ha suscitato polemiche, rimostranze dell'opposizione, dubbi sulla volontà dell'esecutivo di valorizzare le infrastrutture. Un'ondata che ha provato ad arginare il ministro dell'Interno Matteo Salvini, secondo il quale la mozione non costituisce “alcun blocco della Tav” ma “solo una revisione del progetto con l'obiettivo di portare a termine il progetto”. Parlado a Mattino 5, il vicepremier ha spiegato inoltre di star facendo e di voler fare “tutto il possibile perché la Tav si faccia, il progetto può essere rivisto e si possono risparmiare dei soldi, ma il treno inquina meno e costa meno delle auto”. Sull stop dei cantieri, Salvini chiosa: “Erano già fermi. Spero ripartano il più presto possibile”. Per quanto riguarda l'accusa di voto di scambio avanzata dal Partito democratico, il ministro la definisce “una sciocchezza planetaria. Non c'è il blocco della Tav, ma la revisione del progetto… poi se vogliono processarmi facciano pure”.

Toninelli: “Opera solo sospesa”

Sulla questione, in quanto titolare del Ministero competente, è intervenuto il capo del Mit Danilo Toninelli che, parlando a Radio 24, ha dato i tempi della discussione: “La mozione di ieri mette il punto sul contratto di governo e sull’analisi costi-benefici, tempo due settimane al massimo e decideremo”. Poi aggiunge: “Abbiamo 8,1 miliardi che sono stati analizzati in modo scientifico e l’analisi costi-benefici non la posso commentare, inoltre non rappresenta una valutazione politica ma scientifica. Dico che dopo avere visitato strade gruviera, questi miliardi preferirei utilizzarli per mettere in sicurezza l’esistente”. Una precisazione arriva dal ministro anche sulla natura del progetto: “Il Tav non è il piano infrastrutturale italiano, ma una delle opere dentro cui rientra tutto il piano. Abbiamo voglia di sbloccare quei cantieri bloccati da decenni e un monopolio dei concessionari. Nelle prossime settimane approveremo un decreto con una modifica ai contratti pubblici che sbloccano davvero i cantieri, faremo chiarezza di quelle norme e poi una legge delega per modificare il codice degli appalti fatto dal precedente governo”. L'opera, quindi, “non è bloccata in questo Paese, ma solo sospesa… Non dico che non serve in termini assoluti, ma non è al primo posto nell’ordine di priorità”.

redazione

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