Ok della Camera, il progetto si ridiscute

Via libera alla Camera per la mozione proposta dalle due forze della maggioranza sulla ridiscussione integrale del progetto Tav “nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia”. Ducentosessantuno voti favorevoli, 136 contrari, solo due astenuti: numeri importanti che, a senso inverso, hanno permesso di bocciare le mozioni a firma Forza Italia, Pd e FdI per lo sblocco dei bandi di gara per la realizzazione del tunnel di base. Nel documento approvato, firmato dai capigruppo alla Camera Francesco D'Uva (M5s) e Riccardo Molinari (Lega), è spiegato che “il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha dato mandato alla ricostituita struttura tecnica di missione di predisporre una nuova valutazione dell'adeguamento dell'asse ferroviario Torino-Lione mediante l'uso dell'analisi costi/benefici per consentire un'allocazione delle risorse più efficiente per supportare il procedimento decisionale, con cognizione di causa, in modo da definire se attuare o meno una proposta di investimento o se optare per eventuali alternative”. Decisione che ha subito scatenato le rimostranze delle imprese piemontesi, che hanno già annunciato uno sciopero.

Il testo

Per quanto riguarda i bandi di gara relativi al tunnel di base, nel documento si precisa che “al contempo il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e l'omologa francese Elisabeth Borne hanno firmato congiuntamente una lettera indirizzata al soggetto attuatore Telt per posticipare i bandi di gara relativi al tunnel di base. Tale iter, secondo quanto espresso dal Ministro, persegue dunque l'obiettivo di avere un rapporto di collaborazione e condivisione con la Francia e, contestualmente, con la Commissione europea. Del resto, secondo la Corte dei conti europea, l'analisi costi/benefici è per definizione lo strumento analitico utilizzato per valutare una decisione di investimento, confrontando i relativi costi previsti e i benefici attesi”. Qualche contestazione si è levata dai banchi del Pd, con alcune proteste insistite che hanno richiesto l'intervento del presidente della Camera, Roberto Fico. Secondo l'accusa mossa dai dem, quello andato in scena sarebbe un caso “di scambio politico tra caso Diciotti e Alta Velocità”.