Italiana ancora fanalino di coda in Europa per la crescita. Secondo la Commissione Ue, che ha lasciato invariate le stime invernali (+0,9% nel 2016 e 2017, e +1,1% nel 2018), nel nostro Paese continua una “modesta ripresa“.
“L’espansione della domanda interna è stato il maggior fattore di crescita” nel 2016, spiega Bruxelles, assieme alla “ripresa degli investimenti“, sostenuta dalla politica accomodante della Bce. Nel 2017 accelerano anche le esportazioni.
Quest’anno l’Ue prevede anche una “leggera accelerazione” degli investimenti nelle costruzioni, anche grazie a “più risorse stanziate per gli investimenti pubblici, un assorbimento più alto di fondi europei e l’impatto del piano Juncker“. Nonostante ciò, le “costrizioni finanziarie” per il settore costruzioni e per le pmi restano. Nel 2018, il pil cresce “leggermente” a 1,1% grazie a export più forti, dinamica degli investimenti sostenuta, maggiori consumi privati dovuti anche a un aumento “moderato” degli stipendi.
L’Italia, dunque, si posiziona all’ultimo posto per la crescita sia nel 2017 che nel 2018. E’ il Paese europeo che cresce meno di tutti. “Da 0,9% quest’anno passa a 1,1% l’anno prossimo”, perché “persistono le fragilità strutturali che conosciamo”, ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici presentando le nuove stime che confermano quelle di febbraio che già vedevano l’Italia in ultima posizione.
Per Moscovici, l’incertezza che pesa sull’economia europea “dopo le elezioni in Olanda e in Francia, dovrebbe continuare a diminuire nei mesi a venire, all’avvicinarsi della conclusione dell’impressionante ciclo elettorale in Europa”. Tra le consultazioni elettorali chiave previste per il 2017 restano ancora le elezioni tedesche a settembre.
Il commissario ha anche espresso apprezzamento per Macron: “Sono lieto, e questo sentimento è condiviso all’interno della Commissione” per la sua vittoria alle elezioni francesi, in quanto ha consentito di “evitare la minaccia di un populismo xenofobo violento e antieuropeo”, e questo “è un segnale molto bello, non solo per la Francia ma anche per l’Europa”. Macron, ha aggiunto, “è un europeista impegnato, che potrà realizzare progressi nella governance dell’eurozona, benvenuto”.
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