Riciclaggio: ordine di custodia cautelare per Giancarlo Tulliani

Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su una presunta attività di riciclaggio riconducibile a Francesco Corallo, il “Re delle slot” detenuto dallo scorso dicembre. Il provvedimento del gip Simonetta D’Alessandro non è stato eseguito: Tulliani è residente a Dubai e per la magistratura italiana risulta irreperibile.

A chiedere la misura cautelare sono stati il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Barbara Sargenti. Questa costituisce uno sviluppo degli accertamenti che il 14 febbraio scorso portarono al sequestro preventivo di beni per un valore di 5 milioni nei confronti di Sergio, Giancarlo e Elisabetta Tulliani, accusati a vario titolo dei reati di riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio a partire dal 2008. Nella stessa inchiesta è indagato anche Gianfranco Fini per riciclaggio. L’inchiesta giudiziaria è quella che vede coinvolto Fini, d’intesa con Giancarlo e Elisabetta Tulliani, titolari delle società offshore Printemps Ltd, Tim Ara Ltd e Jaydene Holding Ltd, per la messa a disposizione di conti correnti delle stesse società per ricevere ingenti somme di denaro riconducibili a Corallo in un meccanismo di triangolazioni che coinvolgevano Italia, Olanda, Antille Olandesi, Principato di Monaco e Santa Lucia.

Secondo gli inquirenti, i membri della famiglia Tulliani, dopo aver ricevuto, direttamente o per il tramite delle loro società offshore, ingenti trasferimenti di denaro disposti da Francesco Corallo ed operati da Rudolf Baesten, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, avrebbero ulteriormente trasferito ed occultato, attraverso operazioni di frazionamento della provvista illecita e movimentazioni reciproche, il profitto illecito dell’associazione utilizzando propri rapporti bancari, accesi in Italia e all’estero.