Revoca concessione, ora il governo frena

Il premier Giuseppe Conte ed il vicepremier Luigi Di Maio sono tornati ad esprimersi sulla tragedia di Genova all'uscita della Prefettura del capoluogo ligure dove hanno partecipato alla riunione odierna del Centro Coordinamento Soccorsi.

Parla Conte

Incontrando i giornalisti, il presidente del Consiglio ha fatto il quadro della situazione: 38 morti accertati, 15 feriti di cui 5 in codice rosso per i quali Conte ha invitato a pregare. Viene monitorata anche la situazione degli sfollati. Il capo del governo ha detto poi che si sta lavorando per cercare di ripristinare la viabilità da e per Genova. Conte ha infine annunciato che i funerali di Stato per le vittime della tragedia si terranno sabato 18 agosto.

Di Maio contro i Benetton

Accanto al premier, presente anche il vicepremier Luigi Di Maio che ha ribadito la volontà del governo di revocare revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia. Il ministro per lo Sviluppo Economico ha attaccato  Atlantia, società che controlla il tratto autostradale coinvolto, accusata di essersi interessata più all'eventuale indennizzo da riscuotere in caso di revoca mentre nelle macerie si sta ancora scavando. Questa mattina, infatti la società della famiglia Benetton aveva emesso una nota in cuisi leggeva: “Pur considerando che anche nell'ipotesi di revoca o decadenza della concessione, secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate, spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se e in quanto applicabili, le modalità di tale annuncio possono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti della società”. Alla nota, Di Maio ha replicato indirettamente all'uscita della Prefettura: “A me la campagna non l'ha pagata Benetton e sono libero di rescindere questi contratti”.

Desecretare gli atti

Di Maio ha promesso la massima trasparenza annunciando di voler descretare gli atti sulle concessioni autostradali. Il vicepremier ha poi dichiarato che non ci sono garanzie per fidarsi della promessa fatta da Autostrade per l'Italia in un comunicato di questa mattina che annunciava di voler ricostruire il ponte in 5 mesi. Il vicepremier ha attaccato poi le modalità con cui la società Autostrade ottenne il rinnovo della concessione: “Ha beneficiato di una leggina fatta di notte nel 2015 per il rinnovo della sua concessione, in barba a qualsiasi regola sulla concorrenza.” Al vicepremier ha replicato Paolo Gentiloni, ex presidente del Consiglio del Pd, che in un tweet ha scritto: “Siamo un paese ferito, consapevole delle responsabilità da accertare e perseguire, unito nel sostegno a chi soffre. Il teatrino di proclami, minacce, insulti e baggianate è insopportabile. E che il Governo lo alimenti è inaudito”.

Governo unito

Il governo, però, con le parole di Conte e di Di Maio ribadisce la linea della fermezza e conferma la volontà di procedere alla revoca della concessione senza fare sconti agli eventuali responsabili della tragedia. Anche Matteo Salvini, ministro degli Interni, sposa la linea dura di Di Maio scrivendo su Facebook: “Atlantia (Autostrade) riesce ancora, con faccia di bronzo incredibile e con morti ancora da riconoscere, a parlare di soldi e di affari, chiedendo altri milioni agli Italiani in caso di revoca della concessione da parte del Governo dopo la strage di Genova. Dall’alto dei loro portafogli pieni (e dei loro cuori vuoti) chiedessero scusa e ci dessero i nomi dei colpevoli del disastro, che devono pagare. Il resto non ci interessa.”

Frenata sulla revoca

In serata, dopo un'intera giornata trascorsa sul fronte dell'offensiva, la bagarre fra Governo e Autostrade ha conosciuto una prima frenata sulla questione della revoca della concessione: “Da Autostrade – spiega il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini – puntiamo a ottenere, nell’immediato, fondi e interventi a sostegno dei parenti delle vittime, dei feriti, dei seicento sfollati e della comunità di Genova tutta, anche in termini di esenzione dai pedaggi… Di tutto il resto parleremo soltanto dopo”. Una leggera inversione di rotta rispetto a quanto affermato dal premier Conte e dal collega vicepremier Di Maio ma parzialmente percorsa anche dal ministro Toninelli che, ora, parla dell'istituzione di una commissione ispettiva per una “eventuale revoca”.