E’ un’apertura al dialogo quella che Matteo Renzi palesa al termine della Direzione del Partito democratico. L’ex premier è infatti convinto che “su sicurezza e lavoro dobbiamo fare una grande battaglia culturale contro i nostri avversari, che non sono quelli che se ne sono andati via di qui”. Dissidenti o meno, gli ex dem non possono essere considerati nemici politici ma una fonte di confronto con la “sinistra a sinistra del Pd”, con un occhio particolare a Campo progressista di Giuliano Pisapia. Per quanto riguarda le faccende interne, il segretario ha invitato a “non rinunciare al confronto interno. Chi alimenta polemiche con compagni di partito sbaglia: dobbiamo giocare tutti insieme, chi non gioca con squadra, fa far gol agli avversari”.
Una posizione che, secondo Renzi, dev’essere mantenuta soprattutto in questo momento in cui “gli altri partiti sono più in difficoltà. Il M5s è in calo da dopo le amministrative. Basta guardare la Meloni sui referendum sulle autonomie di Lombardia e Veneto, Salvini che su Instagram pubblica solo cose da mangiare, Berlusconi che riesce ad essere lunedì alfiere dell’Europa e il martedì alfiere del populismo”. Altro errore che il Pd non deve commettere, ha detto ancora l’ex premier, è dimenticare le sue responsabilità nei confronti del Paese: “Abbiamo preso un Paese in difficoltà e lo abbiamo portato fuori dalla crisi. Non dobbiamo certo fare rievocazioni storiche ma questo Paese ha più posti di lavoro, il Pil cresce e i consumi aumentano. E dobbiamo essere orgogliosi di aver fatto cambiare strada all’Europa sull’austerity. E’ una battaglia che dobbiamo rivendicare perché ha portato oltre 900 mila posto di lavoro in più”.
Capitolo legge elettorale. La direzione del Pd ha votato all’unanimità la relazione del leader e per portare avanti il percorso del Rosatellum bis. Per Renzi, il testo “ha dei punti di vantaggio sul proporzionale e chiama la creazione di una coalizione”. Da qui la possibilità di instaurare un dialogo con “la sinistra a sinistra” dei dem, parlando di un Rosatellum che “ha elementi di forza sul Consultellum” e di un Pd “baricentro di una coalizione più ampia”. Ma l’ex presidente del Consiglio è tornato anche sulla questione degli 80 euro: “Non è una mancia elettorale come dice per esempio Salvini, sono uno strumento con il quale 10 milioni di italiani hanno visto aumentare la loro capacità di spesa e noi vogliamo aumentare quei soldi”.
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