Quasi due miliardi di armi ai peshmerga curdi. Pinotti snocciola i numeri della missione in Iraq

 Un miliardo e 900mila euro. È questa la copertura finanziaria annunciata dal ministro della difesa Pinotti per la consegna delle armi ai peshmerga curdi finalizzate ai combattimenti contro le milizie dell’Isis: il consenso da parte di Baghdad è stato acquisito e, al momento, sono in corso le attività di finale perfezionamento delle attività diplomatiche, organizzative e logistiche relative all’invio dei materiali. E’ prevista la consegna entro la prima decade del mese di settembre, ha annunciato il ministro.

La maggior parte delle armi provengono da eccedenze del materiale nazionale, mentre il resto è quello confiscato sulla motonave Jadran Express. Si tratta di 500 mitragliatrici MG 42/59, 100 mitragliatrici 12,7, 250mila munizioni per ciascuna delle due tipologie di armi, 1000 razzi rpg 7, altri 1000 rpg 9 e 400mila munizioni per mitragliatrici di fabbricazione sovietica, tutte sequestrate.

“Già durante le mie comunicazioni al Parlamento del 20 agosto – ha affermato la Pinotti alla Commissione bicamerale riunita in Parlamento – avevo anticipato che, sulla qualità e quantità dell’armamento leggero da inviare in Iraq non avremmo avuto difficoltà a fare esercizio di trasparenza, formalizzando, poi, le decisioni prese anche attraverso apposito emendamento al decreto di proroga delle missioni”. Si attende ora il via libera del ministero dell’Economia e delle Finanze, e “in base all’evolversi della situazione contingenze – ha continuato la titolare della Difesa – non è esclusa altresì la possibilità di individuare, qualora richiesto, ulteriori forme di cooperazione/supporto a favore delle Autorità irachene, sempre in coordinamento con la comunità internazionale”.

Il ministro, inoltre, durante l’udienza ha snocciolato dati sulla diminuzione del personale militare all’estero nell’ultimo semestre: complessivamente, le forze italiane sono diminuite da 4.725 a 4.178 unità, e la missione che ha visto la maggiore riduzione è quella Isaf in Afghanistan, per la quale è stata avviata la fase di ripiegamento del contingente e che si concluderà molto probabilmente entro il 31 dicembre di quest’anno. “Oltre quella data – ha continuato – il nostro esercito potrà operare una nuova missione, molto più piccola come consistenza organica e con esclusivi compiti di addestramento e consulenza alle forze afghane, che sono ancora bisognose di aiuto in alcuni settori tecnico-specialistici e di supporto logistico”.

La sicurezza italiana è a rischio, ha affermato poi la Pinotti: “vi è la possibilità che alcune delle crisi in atto – ha detto – e penso in primo luogo a quella in Libia, possano degenerare ulteriormente, con effetti potenzialmente gravi sulla sicurezza dell’Italia”. Secondo il titolare della difesa la nostra capacità di far fronte ad eventi imprevisti deve rimanere alta. E al tempo stesso occorre continuare a contribuire alla sicurezza nazionale, “in particolare nelle aree a noi più critiche”.