PROFUGHI, ZAIA CHIUDE LE PORTE DEL VENETO: “ABBIAMO GIA’ DATO”

Il Veneto si sfila dalle regioni pronte ad accogliere gli immigrati in quella che è l’emergenza sbarchi più grave degli ultimi anni. “No, abbiamo già dato” ha detto il governatore leghista, Luca Zaia, rifiutandosi di offrire ospitalità sul territorio regionale ad altri rifugiati e richiedenti asilo. “In Veneto ne abbiamo già 514 mila, il 10,5% della popolazione di cui 42 mila sono senza lavoro” ha spiegato al termine dell’incontro al Viminale tra il ministro dell’Interno, le Regioni e i Comuni. “Quello del Veneto è un no assoluto”, ha ribadito Zaia, che ha detto “no anche alla cabina di regia e agli hub regionali per smistare i migranti”.

Il presidente del Veneto ha ribadito un concetto già espresso alcuni giorni fa quando aveva detto che: “di fronte all’invasione che continua e ai continui diktat con i quali Governo e Prefetture scavalcano senza batter ciglio le Autonomie locali e le sempre più diffuse preoccupazioni della gente, c’è da restare sbigottiti. Il no del Veneto rimane forte e chiaro, e presto lo si sentirà risuonare”. Le parole di Zaia erano arrivate a seguito della circolare del Ministero dell’Interno con la quale al Veneto venivano assegnati 560 profughi di Triton.

“Tra ospitati, arrivati, passati e scomparsi – aveva affermato Zaia – il Veneto si sta velocemente avvicinando a quota diecimila e a nulla sembrano valere le gravi difficoltà, anche semplicemente logistiche, che vengono sempre più frequentemente e inutilmente segnalate da Comuni, cittadini, organizzazioni del volontariato”. Puntuale è arrivata la polemica con Flavio Tosi. “E’ inutile che Zaia faccia demagogia – ha detto il sindaco di Verona  – l’errore lo ha fatto la Regione accettando le modalità proposte dal Governo per la distribuzione dei profughi”.