“Un incontro utile in un clima positivo”: con queste parole il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha commentato l’incontro con le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil , in una riunione congiunta sul tema della previdenza, toccando i tasti delle pensioni future dei giovani lavoratori e della previdenza complementare. A margine del confronto, il guardasigilli ha spiegato che, nei prossimi giorni, ne avverranno altri: “Dobbiamo mantenere l’impegno nel continuare il confronto coi sindacati. Faremo altri incontri a settembre: il 5 sarà sarà un tavolo tematico sul lavoro, il 7 pensioni e donne e il tagliando sui provvedimenti già emessi (Ape sociale), poi la settimana successiva il 13 settembre”.
Sul tavolo di lavoro, la proposta di legge che, in buona sostanza, dovrebbe garantire ai giovani un trattamento pensionistico minimo di 600-620 euro, unito alla possibilità di raggiungere l’età pensionistica compiuti i 63 anni e 7 mesi. L’obiettivo, secondo quanto ipotizzato dal ministro Poletti, è l’abbassamento del coefficiente per il calcolo contributivo (al momento a 1,5 volte l’assegno sociale) all’1,2. Ma, se il tema è stato definito come “secondario”, in quanto riguardante lavoratori che solo fra vent’anni saranno in ottica pensionistica, altrettanto pochi sono stati i passi avanti fatti in merito agli altri punti all’ordine del giorno, tra i quali il tema dell’aspettativa di vita su cui, secondo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, il Governo avrebbe mostrato “un’ampia reticenza… La questione dell’aspettativa di vita per noi è fondamentale. Non si può immaginare che continui a pesare un doppio automatismo di aspettativa di vita sul sistema pensionistico”.
Sull’avvenuto incontro al Ministero del Lavoro, si è espresso anche il presidente della Commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiano: “L’incontro tra il ministro Poletti e i sindacati consolida la svolta ‘concertativa’ di Gentiloni, iniziata lo scorso autunno dal precedente Governo, nonostante la manifesta avversione dichiarata da Renzi per le parti sociali. Come dice il proverbio, soprattutto in politica, in molti casi ‘…di necessità si fa virtù’. Gli incontri proseguiranno con altri tre appuntamenti già fissati. Una buona notizia”. Secondo Damiano, “un secondo fatto positivo è che il tavolo di confronto sta affrontando il tema dei giovani con carriere discontinue e con basse retribuzioni. Questa è la dimostrazione della inscindibilità dell’accesso al lavoro a tempo indeterminato e di qualità con il raggiungimento dell’obiettivo di una pensione dignitosa”.
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