Pd a rischio scissione, Cuperlo: “Renzi non ha fatto nulla per unire il partito”

“Il Pd per molti versi è già esploso. Un partito è una comunità che discute, magari si divide ma poi sa procedere unita. A me la scelta sul referendum è costata fatica. Ma è pazzesca la scelta di chi avendo tutto il potere nelle mani non ha fatto quasi nulla per provare a unire il suo campo e il suo partito”. Lo ha detto l’ex presidente del Pd Gianni Cuperlo in un’intervista a Repubblica.

D’Alema ha fatto una battaglia e dal suo punto di vista l’ha vinta – ha proseguito -. Lui vuole ricostruire il centrosinistra partendo da chi ha votato No. Io penso che solo mescolando la sinistra che ha votato Sì con quella che ha votato No possa nascere il nuovo”. Secondo Cuperlo “l’idea che rompendo il Pd si avrà una sinistra più forte mi pare il riflesso fuori tempo di un errore antico, ma la prima responsabilità per evitare che ciò accada è di Renzi e le sue parole non vanno nella direzione giusta”.

Sul voto a giugno, “capisco il quando ma mi allarma il come. Andare al voto con le regole dettate dalla Consulta sarebbe un errore” ha spiegato Cuperlo, che ha argomentato: “Non è solo l’aspetto tecnico, è l’idea di portare il Paese alle urne senza un disegno, un’idea fondamentale sul dopo e con lo scenario di un governo di larghe intese sempre che esistano i numeri”.

Sulla riforma, “a giorni depositerò una proposta che raccoglie le raccomandazioni del capo dello Stato e dà corpo all’impegno a cambiare l’Italicum. Diamo la parola al Parlamento ma subito”. In merito alle liste blindate, e al rischio che la sinistra dem resti Cuperlo ha sottolineato: “Il tempo dei podestà è finito e per fortuna non tornerà”.

Un invito all’unità è arrivato anche dal deputato della minoranza Pd Roberto Speranza. “Io sto con il popolo di centrosinistra – ha detto al Corriere della Sera -. Per me quelle due assemblee – D’Alema a Roma e Renzi a Rimini – sono due parti dello stesso campo e io lavoro per unirle. I nostri avversari sono i nuovi nazionalismi, i populismi, le destre“. Se si andasse alle urne ora con il proporzionale puro, ha avvertito, “temo che non ci sarebbe una maggioranza in Parlamento. Davvero vogliamo votare con una legge che ci mette nel pantano? Se il Pd toglie la fiducia a un suo premier e consegna il Paese all’ingovernabilità non è più il Pd, è il partito dell’avventura”.

Per Speranza “è inimmaginabile correre verso le politiche senza un momento di partecipazione dal basso, per ridefinire il progetto e la leadership“. Tra D’Alema e Bersani “non ci sono patti, c’è un ragionamento politico. Una lettura della necessità di rigenerare il Pd per renderlo più competitivo con un nuovo leader. Noi lavoriamo a costruire un’alternativa a Renzi”, ha dichiarato Speranza, che ha smentito trattative sui posti sicuri. “Io sono per toglierli, per me è sulla linea politica che si discute. Il Pd deve mettere avanti l’interesse del Paese, non le ambizioni di qualche capo corrente. I capilista bloccati vanno eliminati subito”.