Fonti di Palazzo Chigi hanno smentito l’ipotesi di allargare il bonus degli 80 euro ai pensionati, secondo quanto riportato da alcuni organi di informazione nelle scorse ore. Ciò sarebbe possibile solo superando il limite posto dall’UE sul deficit pubblico che non deve superare, per gli Stati membri, il 3% del Pil. Il disavanzo creerebbe un’eccedenza delle uscite sulle entrate troppo alta rispetto ai parametri fissati nel Patto europeo di stabilità e crescita del 1997. L’azione del governo, al contrario, si è basata e si basa sul rispetto dei vincoli europei, che sta insieme alla spinta per la crescita che è al centro della legge di stabilità e della strategia economica dell’esecutivo. E quest’anno – sottolineano dal palazzo del presidente del consiglio – l’intervento di riduzione delle tasse è il più significativo della storia italiana, con 18 miliardi di euro in meno.
L’ipotesi degli 80 euro in busta paga anche ai pensionati era stata avanzata da Matteo Renzi al noto editorialista del Corriere della Sera Massimo Franco. “L’idea di Renzi – spiega Franco – sarebbe quella di estendere entro marzo il bonus di 80 euro a pensionati e lavoratori autonomi, e non più solo ai dipendenti”. Una proposta – ancora solo sotto forma di “scenario, non decisione” – che mirerebbe a spezzare la recessione e ridare linfa ai consumi in considerazione del fatto che le previsioni sul Pil parlano ancora di un probabile segno meno anche per i prossimi mesi. Per finanziare l’intervento servirebbero 10 miliardi di euro per il bonus e tra i 40 e i 50 miliardi per un piano triennale di investimenti sociali. Il piano Juncker e il tesoretto previsto dalla manovra non basterebbero; da qui l’ipotesi di andare avanti comunque sfondando il tetto del 3% del rapporto tra debito e Pil, possibilità smentita categoricamente proprio da Palazzo Chigi nelle ultime ore.