Chiudere i negozi nei giorni delle festività natalizie? Per qualcuno potrebbe essere un buon espediente per regalare alle famiglie delle giornate più felici tanto che, negli ultimi mesi, si è arrivati addirittura a una proposta di legge per permettere ai negozianti di restare chiusi nel periodo di Natale. Un'idea che ha fatto piuttosto discutere e che, al momento, è arenata al Senato: ad avanzare dubbi, più che uno schieramento in particolare, è la stessa dimensione sociale che, nel mese di festività, vede un sensibile innalzamento dei consumi e, di conseguenza, un periodo di crescita economica per le piccole imprese. Sull'argomento, tuttavia, è tornato anche Luigi Di Maio il quale, attraverso un post sul blog di Beppe Grillo, ha invitato Palazzo Madama a rimettere in discussione il testo di legge: “Ho un appello da fare a tutte le forze politiche. Prima delle feste di Natale, prima dello scioglimento della legislatura, il Senato deve approvare la proposta di legge a prima firma di Michele Dell'Orco, già approvata alla Camera dei Deputati all'unanimità, che dice una cosa molto semplice: tutte le famiglie hanno diritto al riposo. Anche quelle che posseggono o gestiscono esercizi commerciali”.
In proposito ai dubbi sollevati attorno alla proposta, il candidato premier M5s ha comunque tentato di fornire una spiegazione: “La proposta a prima firma Dell'Orco è semplice e ricalca ciò che accade anche negli altri Paesi europei, dove non esiste che i negozi debbano rimanere sempre aperti: prevede sei giorni di chiusura degli esercizi commerciali nel lotto dei dodici festivi comandati. E' una misura che permette anche a chi ha un negozio e lavora nel commercio di poter passare le feste insieme alla propria famiglia, di godersi un Natale o una Pasqua insieme ai propri figli, senza che i consumi ne risentano. Non è un caso che anche la Conferenza episcopale italiana, davvero attenta alle esigenze della famiglia, sostenga questa nostra proposta”. A livello numerico, ha spiegato Di Maio, i giorni di chiusura “devono essere contrattati fra associazioni di categoria e Comuni, ma garantire che il 25% degli esercizi commerciali a rotazione deve restare aperto”.
In sostanza, per il candidato premier, “i negozi sempre aperti dal lunedì alla domenica, senza rotazioni e senza possibilità di chiusura, hanno massacrato le famiglie degli esercenti che non si riposano più. I bimbi devono crescere a contatto con i loro genitori. Famiglie più felici sono la premessa di una Italia più forte”. Un fattore al quale, secondo Di Maio, ha fortemente contribuito la grande distribuzione e i megastore aperti nell'ultimo decennio “che sono responsabili della scomparsa e del fallimento dei piccoli negozi che prima animavano le nostre città e i nostri borghi”.
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