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MINACCE JIHADISTE A ROMA E MILANO: “SIAMO NELLE VOSTRE STRADE”

“Siamo nelle vostre strade”. La minaccia è arriva da Twitter nella tarda serata di ieri: foto scattate da presunti miliziani dell’Isis a Roma e Milano. Dal Colosseo al Duomo, dai presidi di polizia alle stazioni della metropolitana, tutte aree a rischio. Dei misteriosi autori degli scatti si vedono solo le mani che sorreggono un cartello con scritto “Siamo ovunque. Stiamo localizzando gli obiettivi, in attesa dell’ora X”, cioè quella di un possibile attacco nelle città simbolo del nostro Paese. I tweet sono circolati tra gli account di sostenitori della jihad, di cui almeno uno è stato attenzionato dalle forze di sicurezza. Si tratta del profilo di un fanatico del Califfato, un tunisino, la cui reale pericolosità è al vaglio dell’antiterrorismo. Nessun allarme, in ogni caso: secondo le indagini si tratterebbe di “pura propaganda. Una jihad della parola” messa in atto da qualche simpatizzante. “Non ci sono nuovi concreti elementi. La vigilanza è sempre massima” hanno assicurato fonti della sicurezza.

Sullo sfondo dei messaggi, oltre ai monumenti, anche bandiere di Expo, considerato un obiettivo sensibile. In un caso, sotto alla scritta Islamic State in Rome, appare anche la “firma”: Omar Moktar. E’ questo il nome di un leader di Al Qaida, ma Omar al-Muktar è pure il “Leone del Deserto”, il famoso eroe nazionale libico che condusse negli anni 20 la guerriglia anticoloniale contro gli italiani. Molti si ricordano quando Gheddafi, nel giugno 2009, arrivò in Italia mettendo in bella mostra sulla sua divisa proprio la foto di Al-Muktar, simbolo della resistenza libica impiccato dagli invasori italiani. Ma per l’intelligence italiana questa è pura “guerra psicologica, saturazione a buon mercato dei media occidentali. Saremmo stupidi a dire che non c’e’ allerta, soprattutto alla vigilia di appuntamenti importanti come l’Expo – spiega una fonte dei nostri Servizi citata dall’Ansa- ed infatti la vigilanza e’ ai massimi livelli e nessun segnale viene tralasciato”. Di sicuro da parte dei simpatizzanti dell’Isis, o di semplici “disturbatori”, “c’è la consapevolezza che un qualsiasi messaggio siglato Stato Islamico postato sul web ha un’immediata cassa di risonanza sui media. E’ quello che sta avvenendo ormai da mesi”.

Francesco Volpi

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