Mattarella firma ma detta le condizioni

E'  arrivata la firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla legge che istituisce la Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Ma nel farlo ha affiancato il provvedimento a una lettera ai presidenti delle Camere nella quale pone i paletti su quella che dovrà essere l'attività dell'organismo, in modo da non interferire sul sistema del credito

La lettera

“L'ambito dei compiti attribuiti alla Commissione, a differenza di quella istituita nella precedente Legislatura – ha spiegato – non riguarda l'accertamento di vicende e comportamenti che hanno provocato crisi di istituti bancari o la verifica delle iniziative assunte per farvi fronte, ma concerne, insieme al sistema bancario e finanziario nella sua interezza, tutte le banche, anche quelle non coinvolte nella crisi e che svolgono con regolarità la propria attività“. E' proprio questa, evidentemente, la preoccupazione del capo dello Stato, pur non mettendo in discussione il potere “del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta in settori della vita istituzionale, economica o sociale”, rimarca che in questo caso viene previsto “che la Commissione possa 'analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento'”. Queste indicazioni, spiega “così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell'attività creditizia, sino a coinvolgere le stesse operazioni bancarie, ovvero dell'attività di investimento nelle sue varie forme”. Occorre, aggiunge Mattarella, “considerare la natura privata degli enti interessati la cui attività costituisce esercizio della libertà di iniziativa economica riconosciuta e garantita dall'articolo 41 della Costituzione“.

Monito

Il Presidente scrive che occorre “evitare il rischio che il ruolo della Commissione finisca con il sovrapporsi, quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato, all'esercizio dei compiti propri di Banca d'Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea. Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell'ordinamento italiano e da disposizioni dell'Unione Europea, vincolanti sulla base dei relativi trattati”. Mattarella ricorda poi che “né le banche centrali né, tantomeno, la Banca centrale europea possono sollecitare o accettare istruzioni dai governi o da qualsiasi altro organismo degli Stati membri”. 

Rapporti con la giustizia

Mattarella scrive poi che “il principio di non interferenza e quello di leale collaborazione vanno affermati anche nei rapporti tra inchiesta parlamentare e inchiesta giudiziaria. Come ha più volte chiarito la Corte Costituzionale, l'inchiesta parlamentare non è preclusa su fatti oggetto di indagine giudiziaria, ferma restando la diversità degli scopi perseguiti da ciascuna istituzione espressa con la formula del 'parallelismo a fini diversi'. L'inchiesta non deve tuttavia influire sul normale corso della giustizia ed è precluso all'organo parlamentare l'accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità