Marino e il questore D’Angelo ai ferri corti: a Roma dopo gli scontri tra tifosi restano quelli istituzionali

Ormai è guerra aperta tra il Campidoglio da una parte, Questura e Prefettura dall’altra. Il sindaco Marino dopo le dichiarazione della prima ora nelle quali puntava il dito contro l’organizzazione delle forze dell’ordine (“Io cerco le parole adatte ma non le trovo. Ogni cosa che dico potrebbe sembrare riduttiva. La verità è che sono indignato, arrabbiato, sono molto, molto infuriato. Non è accettabile che i vertici della sicurezza non siano stati in condizione di proteggere monumenti, negozi, turisti, la gente di Roma. È uno scandalo che voglio denunciare con tutte le mie forze”) ha raddoppiato la dose: “Ho ribadito al ministro che non posso ritenermi soddisfatto da affermazioni come quelle che sono state fatte: non puo’ essere considerato un successo il fatto che non ci siano stati dei morti”. Ignazio Marino, al termine dell’incontro al Viminale con il ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha promesso l’arrivo di 500 soldati per Roma. Il sindaco però non cede di un millimetro. Le dichiarazioni del questore Nicolò D’Angelo (“Non faccio morti”) non le ha gradite.

Siamo dunque allo scontro istituzionale. E a situazioni eccezionali si risponde con misure eccezionali: “Abbiamo stabilito di convocare, nell’arco di 72 ore, un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza alla presenza del ministro, che si terrà all’inizio della prossima settimana: questo e’ un fatto straordinario perché un comitato simile nel nostro Paese si è tenuto solo di fronte a episodi di eccezionale gravita’”.

Scende in campo anche il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, a Verona per una cerimonia: “Sono orgoglioso del lavoro svolto da tutti gli agenti, nessuno escluso”, ma soprattutto “di quelli che hanno svolto il loro lavoro a Roma durante gli episodi di violenza di cui si sono resi protagonisti i tifosi olandesi”.