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MARE, LEGAMBIENTE DENUNCIA: “IL 52% DEI PUNTI MONITORATI E’ INQUINATO”

I risultati conclusivi di Goletta Verde 2016 non sono “rose e fiori”; tutt’altro. Secondo la storica campagna estiva di Legambiente – realizzata grazie al sostegno del Consorzio obbligatorio degli oli usati (Coou) e dei partner tecnici Nau e Novamont – dei 265 punti monitorati, il 52% e’ risultato inquinato o fortemente inquinato.

Il laboratorio mobile di Goletta Verde di Legambiente ha analizzato l’acqua ogni 28 chilometri di costa, evidenziando che l’88% delle criticità è in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali o scarichi presenti lungo la costa. Più’ della metà di questi, sono in prossimità di spiagge e stabilimenti e quindi luoghi frequentati da bagnanti. Inoltre, il 25% della popolazione non è servita da un impianto di depurazione.

“Nonostante siano passati 11 anni dalle scadenze previste dalla direttiva europea sulla depurazione – ha detto Giorgio Zampetti responsabile scientifico di Legambiente – l’Italia è ancora in fortissimo ritardo. Circa il 25% della popolazione non è coperta da un adeguato servizio di depurazione e un terzo degli agglomerati urbani a livello nazionale è coinvolto da provvedimenti della Commissione europea. Sul nostro Paese pesano già due condanne e una terza procedura d’infrazione. Oltre i costi ambientali, ci sono inoltre quelli economici a carico della collettività: a partire dal 2016, il nostro Paese dovrà pagare 480 milioni di euro all’anno, fino al completamento degli interventi di adeguamento”.

“Gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo – continua Zampetti -. Il nostro monitoraggio ha l’obiettivo di non fermarsi alla sola denuncia, ma soprattutto di avviare un approfondimento e confronto per fermare l’inquinamento da mancata depurazione che si riversa in mare. Per alcune situazioni critiche da diversi anni, grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine e le amministrazioni locali, si è arrivati a individuare le cause e risolvere il problema. Ora c’è la legge sugli ecoreati, che prevede anche il reato di inquinamento ambientale, valido strumento contro chi continua a scaricare illegalmente nei fiumi e nel mare”.

“Durante l’estate abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni di mare sporco da parte dei bagnanti grazie al servizio Sos Goletta – racconta Serena Carpentieri, responsabile Campagne di Legambiente -. Le persone sono spesso disorientate, non sanno a chi rivolgersi per denunciare casi di inquinamento, dove consultare i dati ufficiali, come capire se stanno facendo il bagno in acque sicure e controllate. E’ indispensabile che il Ministero della Salute istituisca un numero verde per raccogliere le segnalazioni di cittadini e turisti e avvii, in collaborazione con le Regioni e gli enti locali, una chiara campagna informativa. Infine, non è più tollerabile l’assenza di cartelli di divieto di balneazione nelle aree dove non si può fare il bagno e i cartelli informativi sulla qualità delle acque. L’accesso all’informazione è un diritto di cittadini e turisti e un dovere per le autorità competenti e per tutti i comuni costieri, così come previsto dalla normativa sulla balneazione”.

Sono la Sardegna e la Puglia le due regioni più virtuose segnalate da Goletta Verde 2016, mentre le maggiori criticità ambientali sono state riscontrate in Calabria, Marche e Abruzzo. Un punto su 5, infine, soffre di ‘inquinamento cronico’, in quanto dal 2010 ad oggi è risultato fuori i limiti di legge per almeno 5 volte. Tutte le regioni costiere hanno almeno un punto “malato cronico”, ma in alcune (quali Marche, Liguria, Lazio, Campania e Calabria) la situazione è particolarmente rilevante, con almeno 5 punti campionati che risultano inquinati ormai da anni.

Milena Castigli

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