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Manovra, governo a caccia di fondi per statali e famiglie

L’aggiustamento strutturale dello 0,3% sui conti dello Stato nel 2018, annunciato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in una lettera alla Commissione in luglio, dovrebbe essere “acquisito” in vista della prossima manovra finanziaria. Gli “sherpa” dei ministri delle Finanze sembrano ottimisti e stando a quanto riferisce una fonte a conoscenza delle discussioni in corso a livello di Unione Europea, il dato è stato accolto positivamente. In una riunione dei rappresentanti dei 28 Paesi per preparare i prossimi incontri di Eurogruppo e Ecofin, in programma a Tallinn la prossima settimana, “non ci sono state obiezioni al margine di apprezzamento” con cui la Commissione vuole valutare i conti pubblici dei singoli Stati membri, ha spiegato la fonte. Questo dovrebbe consentire all’esecutivo comunitario di approvare la riduzione del deficit strutturale – al netto del ciclo e delle misure una tantum – da “almeno lo 0,6%”, previsto dal Patto di Stabilità per i paesi con più del 60% di rapporto debito/pil, allo 0,3% indicato da Padoan. I commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici avevano scritto all’Italia assicurando che sarebbe stato utilizzato “un certo margine di discrezione” nel valutare le cifre presentate dall’Italia tenendo conto “in modo equilibrato” della duplice esigenza di sostenere la ripresa e garantire la sostenibilità del bilancio.

Il contratto degli statali

Intanto cominciano a trapelare i contenuti della manovra d’autunno. Per garantire agli statali un aumento contrattuale di 85 euro, si starebbe pensando a una terza tranche di circa 1,5-1,6 miliardi, da stanziare in manovra, come aggiunta rispetto a quanto già previsto con le passate leggi di Bilancio. La cifra in questione sarebbe più alta rispetto alle stime circolate in precedenza (si è finora parlato di 1,2-1,3 miliardi). Si tratta ancora di una stima su cui sono in corso verifiche. I contorni dello stanziamento devono essere ancora definiti, ma ci si aggira verso una cifra di 2,7-2,8 miliardi in totale, sommando anche quel che è stato dedicato ai rinnovi contrattuali nelle due legge di Bilancio passate (1,2 miliardi). Ad oggi, i fondi già disponibili arriverebbero a coprire circa 36-37 euro, mentre occorre arrivare a 85 euro. E’ questo, infatti, l’aumento pattuito con i sindacati nel novembre scorso, come incremento medio lordo mensile per il triennio 2016-2018. La somma fa riferimento al settore statale, mentre gli enti locali e in generale quelli non statali dovranno provvedere con le loro casse. La partita è quindi complessa, anche perché c’è da risolvere il nodo del salvataggio del bonus 80 euro, da assicurare nonostante gli scatti determinati dai rinnovi.

Misure per le famiglie

Ma c’è anche molta attesa per le misure che il governo adotterà a favore delle famiglie. Alla fine del mese è in programma la Conferenza nazionale sulla famiglia da cui scaturiranno proposte concrete da sottoporre all’attenzione dell’esecutivo. Già oggi, intanto, la Federdistribuzione, commentando il calo delle vendite al dettaglio registrato dall’Istat nel mese di luglio, “diventa importante che nella legge di Bilancio, a fianco delle necessarie misure a favore delle imprese, siano inseriti anche provvedimenti per le famiglie, per dare maggiore consistenza e robustezza alla ripresa dei consumi“. Gli incrementi di maggio e giugno, che avevano fatto ben sperare, riguardavano infatti soprattutto alcuni settori merceologici, come auto, consumi fuori casa e servizi, ma non i beni di largo consumo, quelli, per intenderci, del carrello della spesa.

 

Salvatore Caporale

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