E'una giornata di lutto e dolore a Trento, dove familiari, cittadini e istituzioni si sono radunati nella Cattedrale di San Virgilio, in Piazza Duomo, per dare l'ultimo saluto ad Antonio Megalizzi, il giovane giornalista ucciso durante l'attentato ai mercatini di Natale di Strasburgo la scorsa settimana. C'è il Capo di Stato Mattarella, il presidente del Consiglio Conte e quello del Parlamento europeo, Tajani. Ma soprattutto c'è la famiglia del 29enne trentino, appassionato del giornalismo e dell'Europa, entusiasta di quel viaggio in Alsazia per assistere alla seduta dell'Europarlamento e, soprattutto, desideroso di portare a termine il suo progetto, condiviso con altri giovani colleghi, di creare una rete radiofonica europea. Un sogno in cui Antonio credeva fermamente e al quale stava lavorando con entusiasmo.
“Una violenza cieca e assurda ancora una volta ha decapitato una giovane vita, colpito al cuore per sempre una famiglia, tramortita una comunità”. Così l'arcivescovo Lauro Tisi, arcivescovo della diocesi di Trento e officiante, il quale non ha mancato di ricordare l'idea di un'Europa unita che Antonio coltivava e condivideva: “Nella terra che ha dato i natali a uno dei Padri fondatori del sogno europeo – ha detto l'arcivescovo – Antonio ha immaginato un'Europa senza confini e senza pregiudizi, alla quale non vedeva alternative”. Il giovane giornalista, ha concluso mons. Tisi, era “un pezzo di cielo”, il quale “è sceso in terra e ora vi fa ritorno”.
Amici, colleghi, compagni di avventura, parenti e semplici concittadini hanno voluto rendere omaggio alla salma di Antonio, esposta nella camera ardente della Chiesa di Cristo Re fino a poco prima dall'inizio delle esequie. Un corteo di dolore e sconcerto per una morte assurda, scaturita dall'odio e dalla follia umana. Trento è oggi una città immobile: le luci natalizie sono state offuscate, le bandiere (come in tutta Italia, sia il tricolore che il cerchio stellato europeo) sono a mezz'asta, i negozi sono chiusi e le attività sospese, per permettere a tutti i cittadini di offrire il proprio conforto alla famiglia di Antonio che, come sottolineato da molti amici, aveva sempre assecondato e incoraggiato le passioni del giovane giornalista ma anche di sua sorella. Chi ha lasciato una lettera, chi un oggetto, chi una fotografia: tutti hanno voluto omaggiare a modo loro Antonio per il quale, quest'oggi, l'Italia e l'Europa si raccolgono congiuntamente nel dolore e nella preghiera.
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