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L'ufficio di collocamento? Meglio gli amici

A chi si rivolgono gli italiani per cercare lavoro? Secondo quanto si apprende dalle tabelle Eurostat, nel primo trimestre del 2017, l’81,9% dei cittadini richiedenti un impiego ha chiesto informazioni ad amici, parenti e sindacati. Nel quarto trimestre del 2012 la percentuale era all’81,3%, mentre nel 2007 – prima della crisi economica – si attestava al 74%. Ben diverse le cose nelle altre Nazioni europee come Germania (38,1%), Regno Unito (45,1%) e Francia (61,9%). La media Ue, invece, risulta 68,9%. 

La sfiducia negli uffici pubblici

Da parte degli italiani permane quindi una certa sfiducia nei confronti degli uffici pubblici per trovare un’occupazione, nonostante il jobs act abbia puntato sulle politiche attive e la ricollocazione dei disoccupati come elemento fondante della riforma. In base alle statistiche riportate dall’Ansa, nel terzo trimestre 2017, infatti, è appena al 25% la percentuale di chi cerca lavoro bussando a una realtà statale. Il dato è il peggiore in Europa, sebbene sia migliore rispetto al secondo trimestre (23,5%). Gli italiani, che sono comunque a grande distanza da Germania (73,4%), Francia (55,7%) e Regno Unito (33,9%), non si fidano nemmeno delle agenzie private. Il dato di chi vi si rivolge è infatti ancora più sconfortante: il 14,4% (in crescita dal 13,8% del secondo trimestre) a fronte del 32,9% della Francia e del 21% del Regno Unito. In Germania la percentuale è al 12,7%.

 

Il Ministro Poletti: “Il rapporto di lavoro è anche di fiducia”

“Questo – ha dichiarato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti – è un dato storico del nostro Paese, che ha sempre avuto questa caratteristica, e i numeri ci dicono che è in riduzione, ed è il migliore rispetto al 2012. Quindi è ancora troppo lento, bisogna fare di più, ma la direzione è quella giusta”. Il ministro ha aggiunto che “con la legge di bilancio abbiamo fatto un passaggio importante perché abbiamo trasferito alle Regioni il personale per il centro dell’impiego, aumentato di 1.600 persone l’organico, firmato con le convenzioni per fare lavorare agenzia nazionale e le regioni. Quindi stiamo migliorando l'infrastruttura, ma bisogna tenere conto che abbiamo vissuto una lunga transizione perché il tema dei poteri e delle responsabilità sulle politiche attive era dentro il referendum e per due anni abbiamo lavorato in clima di incertezza che oggi è superato”. Sempre secondo il ministro, il fatto che gli italiani chiedano ad amici e parenti “ha una sua storia”: “bisogna guardare a un elemento che ha un tratto di valore positivo: il rapporto di lavoro è anche di fiducia” e “quindi la conoscenza, la relazione, è uno degli elementi che definisce questo passaggio”.

Stefano Cicchini

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