Lista di poco sopra al 3%, nomi come Pippo Civati e Massimo D'Alema fuori dalle Camere dopo la sconfitta nei rispettivi collegi uninominali, e una prospettiva di dialogo con il Movimento 5 stelle che resta, al momento, l'unico passo da fare prima della formazione di un nuovo Governo. Pietro Grasso, in conferenza post-voto con Speranza e Fratoianni, fa la conta dei danni e ammette il tonfo, parzialmente inaspettato, di Liberi e Uguali: “Continueremo con il nostro progetto a cui crediamo, come promesso ai nostri elettori – ha spiegato il presidente del Senato uscente -. Il Parlamento è il luogo del confronto sia con il Pd che con Di Maio. Non ne facciamo questioni personali, ci confrontiamo sulle politiche”. Su uno schieramento, però, resta il veto: “Una cosa è certa: noi con la Destra non siamo disposti a dialogare”.
L'esperienza di LeU, al momento, si è rivelata in parte fallita: l'idea di rilanciare la Sinistra degli scissi dem è naufragata in un 3,4% che ha garantito la linea di galleggiamento ma imposto al partito di Grasso, Speranza, Civati e Fratoianni una riflessione immediata sui perché e i “per come”: “Nessuno si aspettava un cappotto del genere – ha commentato il leader di 'Possibile' -. Quando si fallisce, si fallisce tutti insieme”. Il pensiero che i risultati del voto siano stati però circa la metà rispetto agli ultimi sondaggi, è qualcosa su cui vale la pena di fare chiarezza, magari non subito ma appena trascorsa la frustrazione per la sbandata: “Non abbiamo saputo intercettare i consensi in fuga dal Pd – ha spiegato Grasso -, che sono finiti travolti dall’onda dei Cinque stelle e della destra”.
Fra i pochi a fare centro è stato Roberto Speranza di Mdp che ha sfiorato il 10% al collegio di Potenza, pure definendo questo risultato “una magra consolazione”. Per il coordinatore nazionale di Articolo 1 “c'era nel Paese la domanda di un cambiamento radicale che noi non abbiamo canalizzato, hanno vinto i messaggi più radicali contro la status quo”. Speranza, però, si è mostrato quantomeno fiducioso: “Da qui possiamo solo crescere, siamo una start up, meno di tre mesi per far conoscere un simbolo era un tempo brevissimo”. Poi chiosa sul tira e molla con Pisapia: “Abbiamo perso troppo tempo questa estate”. Sull'immediato futuro Grasso è chiaro: “Dovremo discuterne a fondo non solo tra noi, ma con tutti quelli che ci hanno sostenuto sui territori. Si apre una lunga fase di riflessione e analisi”.
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