In Italia quasi un minore su tre è a rischio povertà ed esclusione sociale. Lo scrive Save the Children nel suo Atlante dell’infanzia a rischio, intitolato “Bambini supereroi” e pubblicato per la prima volta da Treccani. Secondo lo stesso rapporto i figli di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d’inverno per la mancanza di riscaldamento. Da una delle mappe del report, elaborata dall’Ingv, emerge inoltre che 5,5 milioni di bambini e ragazzi sotto i 15 anni vivono in aree ad alta e medio-alta pericolosità sismica.
In Sicilia un giovane su 4 tra i 18 e i 24 anni (24,3%) interrompe gli studi precocemente, fermandosi alla licenza media inferiore, a fronte di una media nazionale del 14,7%. Inoltre, circa un alunno 15enne siciliano su 3 non raggiunge le competenze minime in matematica e in lettura e più di 1 bambino o ragazzo tra i 6 e i 17 anni su 2 non legge neanche un libro all’anno. Ad esporre i piccoli al pericolo povertà ed esclusione sociale è anche il titolo di studio dei genitori, almeno per 6 minori italiani su 10, e la Sicilia è particolarmente a rischio, dato che la metà degli adulti dell’Isola tra i 25 e 64 anni è ferma alla licenza media inferiore.
In Puglia, invece, “la percentuale dei bambini e dei ragazzi fino a 17 anni in povertà relativa supera di molto la media italiana: il 32% rispetto al 20%”. La povertà diffusa, i servizi mancanti che spesso caricano tutta la spesa sulle spalle delle famiglie, spiega l’indagine, “hanno portato il Mezzogiorno d’Italia a percentuali più alte delle medie italiane”. La ricerca sottolinea poi che “i bambini pugliesi dai 6 ai 17 anni che non hanno visitato monumenti o siti archeologici sono più di 4 su 5 (84,4%)”, mentre “3 su 4 non sono andati a mostre o musei (74,3%)”. In Puglia, inoltre, “i dati dei minori in Comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono particolarmente allarmanti: contro una media nazionale del 7,4% (minori 0-17 anni sul totale della popolazione), nella provincia di Foggia i minori che vivono in comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono il 26% mentre in quella di Taranto toccano addirittura il 33,6%”.
L’allarme non riguarda, però, solo le regioni meridionali. In Emilia-Romagna, ad esempio, un minore su 10 è in povertà relativa. In particolare, nella regione del centro nord, un alunno di 15 anni su cinque non raggiunge le competenze minime in matematica e in lettura. La percentuale di giovani emiliani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, tocca il 13,3%, con un’incidenza maggiore tra i maschi (16,4%). Tra i ragazzi della regione, quattro su 10 non hanno letto nemmeno un libro lo scorso anno e sei su 10 non sono andati a teatro.
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