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“La Buona Scuola”, Giannini rivela il nuovo esame di maturità

La “Buona scuola” del binomio Renzi-Giannini sembra avere un obiettivo ben preciso, quello di introdurre nella pubblica istruzione un cardine attorno al quale ruoti tutto il resto: il concetto di “modello educativo”. Più concretamente, con modello educativo s’intende la forte vicinanza che deve esserci tra il mondo della scuola e la realtà. E ciò implica alternanza maggiore tra ore di studio e ore di lavoro; collegamento diretto tra istituto e altre strutture culturali quali auditorium, musei e luoghi storici peculiari; estinzione del precariato, volta in primis a impedire che l’incertezza del professore “passeggero” si riversi anche sulle sue modalità d’insegnamento; valutazione del docente “intimamente collegata con lo scatto di stipendio”, e infine la svolta che ancora non era stata annunciata, quella rivelata oggi al Sole 24Ore dal ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini: l’esame di maturità.

La Titolare del Miur ha assicurato che sulla “trasformazione” dell’ultima prova ci si sta “lavorando proprio in questi giorni. La direzione di marcia – ha sottolineato – è di renderla compatibile con la scuola che i ragazzi fanno e non con la scuola che stiamo costruendo attraverso le linee guida”.
Le novità sicure, secondo il ministro, sono quelle che prevedono una continuità con gli indirizzi previsti dalla riforma Gelmini, ad esempio l’introduzione del tirocinio a partire dal terzo anno: Giannini ha infatti affermato che, nella prova finale, darà probabilmente un peso più grande al collegamento tra ciò che si è fatto in azienda e quel che viene chiesto dalla commissione: “Gli studenti già oggi possono farlo nella cosiddetta ‘tesina’ – ha detto – ma poiché il nostro modello di scuola punta a incrementare l’alternanza scuola lavoro e guarda molto al rapporto con il mondo produttivo e delle istituzioni culturali, darei a quella prova un ruolo maggiore”.

Nel modello educativo conta la capacità d’interpretazione del mondo, di analisi e riflessione. Per questo il ministro, nel dare un’anticipazione su quella che sarà la modifica della prima prova, ha dichiarato che verrà attribuita maggiore centralità al saggio breve: “E’ un esercizio molto utile per capire l’abilità di comprensione dei testi, capacità di collegamento e capacità di sintesi. Il cosiddetto tema di storia o letteratura è sempre meno adeguato alle scelte dello studente”.

 

Giulia Capozzi

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