Lavorare (in fretta) sulla fiducia: questa la strada che i sostenitori sembrano intenzionati a seguire per mettere fine alle diatribe scatenate dall’assenza dello Ius soli dal calendario senatoriale di settembre. Dopo la netta presa di posizione di Mdp, manifestata attraverso le parole di D’Attorre, e quella ancor più marcata del ministro Delrio, è stato in mattinata il presidente del Partito democratico, Matteo Orfini, a invocare una maggiore celerità nel tentativo di sciogliere il nodo della fiducia: “L’unico modo per approvare lo Ius soli al Senato – ha detto – è mettere la fiducia… altrimenti si ammazza”. Un appello rivolto in particolare ai ministri che, come Delrio, hanno manifestato interesse per il passaggio del ddl all’esame di Palazzo Madama.
Immediata è arrivata la replica del presidente dei deputati Ap, Maurizio Lupi, il quale ha spiegato che “questo balletto per cui su ogni problema si fa un passo avanti e due indietro sempre e solo per polemiche tutte interne al Pd è diventato stucchevole. Orfini si metta il cuore in pace, la richiesta di fiducia spetta al presidente del Consiglio, e il Consiglio dei ministri è un organo collegiale nel quale i ministri di Ap non daranno mai l’assenso alla fiducia”.
E, mentre infiamma il dibattito politico, sono arrivate anche le parole del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che nel luglio scorso aveva annunciato la posticipazione a settembre delle discussioni sull’approvazione della legge sulla cittadinanza. Il premier, impegnato in un bilaterale con Alexis Tsipras in Grecia, ha spiegato che per il provvedimento “resta l’impegno del Governo”, non specificando però come e quando verrà calendarizzato. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la presidente della Camera, Laura Boldrini: “Penso sia un provvedimento molto atteso da molti giovani che sono nati in Italia. Sono giovani che vanno a scuola con i nostri figli e dei Paesi dei loro genitori non conoscono neanche la lingua, giovani che sono a tutti gli effetti italiani. Credo sia conveniente per tutti farne dei buoni cittadini”. Insomma, la bagarre sullo Ius soli non accenna a diminuire, con rischi concreti di ripercussione (legge di Bilancio in primis) anche per altri punti fondamentali del programma di Palazzo Madama.
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