L'Italia è il primo produttore farmaceutico dell'Unione Europea. Un successo evidenziato dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, in occasione dell'Assemblea Pubblica di Farmindustria, che oggi celebra a Roma i 40 anni dalla nascita (1978-2018).
Dopo anni di inseguimento, l'Italia ha infatti superato la Germania con una produzione di 31,2 miliardi di euro, contro i 30 dei tedeschi. Un successo dovuto al boom dell'export, che oggi sfiora i 25 miliardi. “Nel 2018 festeggiamo i 40 anni di Farmindustria. E lo facciamo con una buona notizia: l’Italia è diventata il primo produttore di farmaci dell’Ue – esordisce Scaccabarozzi da Roma -. Con 31 miliardi di euro abbiamo superato la Germania e iamo i primi in Europa per produzione farmaceutica, grazie al vero e proprio traino dell'export”.
“Un successo made in Italy che dimostra la qualità del nostro sistema Paese. E che ha ricadute importanti: maggiore occupazione, soprattutto per i giovani; più investimenti che creano valore sul territorio; sinergie con l'indotto e le Università; sviluppo degli studi clinici che fanno crescere la qualità delle cure e portano al Servizio Sanitario Nazionale importanti risorse”.
“Negli ultimi due anni – spiega nel rapporto annuale Scaccabarozzi – l’industria farmaceutica è il settore italiano che, tra quelli manifatturieri, ha aumentato di più i propri addetti: 4,5% rispetto a 1,3% della media. Nel 2017 gli addetti sono stati 65.400, il 93% a tempo indeterminato. Le donne sono elemento di orgoglio del settore, il 42% degli occupati, spesso con ruoli importanti nell’organizzazione aziendale (40% dirigenti e quadri). Nella Ricerca sono la maggioranza: il 52% degli addetti”.
“In un mondo che cambia rapidamente, con 15.000 farmaci in sviluppo a livello globale, è prioritaria – avverte il presidente Farmindustria – un’alleanza tra Istituzioni e imprese per garantire un rapido e omogeneo accesso all’innovazione e una governance adeguata ai tempi. Governance che si basi su modello nuovo di finanziamento, su regole certe e stabili, sul superamento della logica dei tetti e sull’uso efficiente di risorse pubbliche adeguate che devono essere destinate a farmaceutica e rimanere nel settore”. “Crediamo – ha concluso Scaccabarozzi – in un’Italia polo mondiale per quelle fasi avanzate di sviluppo dei farmaci rappresentate dagli studi clinici. Uno studio clinico su 5 in Europa viene svolto in Italia. E ogni anno le nostre imprese investono oltre 700 milioni €”.
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