Giachetti: “La politica sia orizzonte di speranza”

Il Parlamento è il cuore della democrazia. E' il luogo d'incrocio di quegli antagonismi politici che hanno il dovere di trovare la giusta dialettica per concorrere compiutamente all'interesse generale. La campagna elettorale è finita. Si apre oggi un'altra fase”. Lo ha detto il presidente temporaneo della Camera, Roberto Giachetti, aprendo i lavori a Montecitorio. 

Onorare il mandato

“Nella naturale diversità di fede politica, nella distanza delle opinioni e anche nella più aspra divergenza delle posizioni – ha spiegato – l'urgenza che più fortemente dobbiamo avvertire è quella di onorare il mandato che i cittadini ci hanno conferito, accordandoci la loro fiducia”. La prima aziona non compiere per non tradire questa fiducia “è parlare una lingua di verità. Ebbene, la prima verità che dobbiamo avere il coraggio di rivelarci, senza reticenze e senza ambiguità, riguarda la complicità di parte di noi, classe politica, nella mortificazione delle istituzioni“,

Confronto

Per Giachetti “la democrazia pretende impegno e fatica, la rappresentanza impone responsabilità e rigore. Per imprimere un mutamento positivo alla dinamica democratica, è necessario accrescere la consapevolezza del compito di cui siamo investiti, intervenendo prioritariamente sul nostro comportamento. Permettetemi a questo punto qualche rilievo personale, figlio della mia esperienza parlamentare e della mia formazione politica. Non è un fatto di lessico. Non mi appassiona l'estetica, ma l'etica del confronto, che, come dicevo, deve fondarsi sulla verità e non su logiche di interessi di parte o, peggio, di propaganda permanente“. 

La rigenerazione della politica

Giachetti si è quindi rivolto a “tutti gli attori della scena pubblica, ai cittadini, che siano parte attiva di un reale processo di rigenerazione democratica. A noi eletti che rappresentiamo il Paese e pertanto abbiamo il dovere di rendere inequivocabile il primato della politica quale unico, vero strumento di cambiamento della realtà. Dobbiamo ritrovare la forza di trasmettere a noi stessi e ai nostri concittadini un'altra verità semplice, senza che si intraveda nelle nostre parole l'ombra della vergogna o dell'indugio: la politica è bella. Facciamo in modo che questa, attraverso il nostro agire quotidiano, smetta di essere un bersaglio e torni a essere percepita come un vero orizzonte di speranza”. Perché, ha concluso, “la politica, che nasce nelle piazze e nelle strade, è qui dentro, in queste istituzioni, che trova il suo pieno compimento. Il nostro lavoro ha bisogno di studio, ricerca, dedizione e assiduità, non di superficialità e improvvisazione. Noi siamo qui in nome e per conto del popolo italiano che ci ha eletto. E quanto più grande sarà stata la nostra capacità di interpretarne le necessità, tanto più positivamente avremo influito su una porzione della sua felicità”.