Rinnovare la Rai e riportarla al suo vecchio splendore”. Questo l'obiettivo che si pone Marcello Foa, indicato come nuovo presidente dell'azienda di viale Mazzini.
“Ho sempre ammesso di essere soprattutto un giornalista – ha detto nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere del Ticino, del cui gruppo è l'attuale amministratore delegato – di avere questa meravigliosa professione nel sangue, e d'ora in poi questa mia passione verrà esercitata ancora di più, ma per permettere ai colleghi della Rai di lavorare nel migliore dei modi”.
Foa ha poi raccontato come ha saputo di essere in pole per la presidenza Rai. “Tutto è avvenuto molto all'improvviso – ha spiegato – giovedì sera sono stato contattato da Roma e mi è stata chiesta la disponibilità a ricoprire un incarico molto prestigioso in Rai, molto verisimilmente quello di presidente. Non era ancora una proposta ufficiale ma un sondaggio di disponibilità oltre a un attestato di stima nei miei confronti. Pensavo che la cosa avrebbe necessitato di tempo, come è prassi in questi casi, con colloqui e negoziati, invece venerdì mattina, per il mio stupore, mi è giunta una telefonata nella quale mi si comunicava che c'era consenso unanime sul mio nome e che sarei quindi stato proposto al Consiglio dei Ministri. Ho dovuto decidere sui due piedi. Sono onorato per come si è sviluppata la vicenda, ma anche colpito e un po' frastornato”.
Ora la palla passa alla Commissione di vigilanza, dove il Pd promette le barricate. “E' del tutto evidente che il nome indicato dalla maggioranza di governo per la Presidenza della Rai sia inadeguato – ha detto in una nota stampa il il dem Salvatore Margiotta, componente della Commissione -. Parliamo, infatti, della figura di garanzia che ha il compito di assicurare e tutelare il rispetto del principio del pluralismo dell'informazione. Non può rivestire questo incarico l'autore di 'Come si fabbrica informazione al servizio dei governi'”. Margiotta ha espresso l'auspicio che Forza Italia, “che ha ottenuto la Presidenza della Commissione di Vigilanza della Rai come forza di opposizione non decida di votare con la maggioranza un candidato impresentabile che non rappresenta in alcun modo i valori di democrazia e libertà che Berlusconi ha sempre rivendicato come principi fondativi del suo partito”.
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