Il ministero degli Esteri avrebbe subito lo scorso anno un attacco da parte di hacker e si sospetta che dietro l’operazione ci sia la Russia. Mosca ha smentito, affermando che non ci sono fatti che avvalorino la prova di un simile attacco con una dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. Gli hacker hanno compromesso le comunicazioni via mail per oltre quattro mesi ma senza riuscire a penetrare il sistema criptato per le comunicazioni riservate. E in ogni caso Paolo Gentiloni, all’epoca ministro degli Esteri, non avrebbe usato le mail.
La vicenda è stata riferita dal quotidiano britannico Guardian che cita fonti governative italiane. Sul caso la Procura di Roma ha aperto in fascicolo per una serie di reati che vanno dal procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato all’accesso abusivo al sistema informatico aggravato, fino alla intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e allo spionaggio politico e militare. Dopo il primo attacco c’è stato comunque un primo intervento “di rafforzamento”.
Nel mirino dei pirati informatici ci sarebbero stati soprattutto le ambasciate e i rapporti su incontri con funzionari stranieri ma nessuna informazione sensibile è stata compromessa perché erano tutte cifrate. “Non ci sono stati attacchi al livello dei messaggi criptati – ha affermato il funzionario del governo – Così le informazioni delicate e sensibili, che normalmente sono condivise su questa rete, il cui accesso è ristretto da un codice, non sono mai state attaccate”.
La fonte del Guardian non ha rivelato come sia stato scoperto l’attacco ma ha detto che i sospetti portano in direzione del Cremlino, anche alla luce del malware utilizzato per cercare di carpire le informazioni. Tuttavia, come detto, il governo di Mosca ha respinto con fermezza ogni responsabilità nell’attacco alla Farnesina. Un’ipotesi a cui non crede neppure il leader della Lega Nord Matteo Salvini: “Ormai – ha postato su Facebook – qualunque cosa accada nel mondo è colpa di Putin (o di Trump)”.
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