Effetto Mattarella su Grillo: Renzi pensa a nuove maggioranze

La politica italiana è in fermento, l’elezione di un nuovo presidente della Repubblica sembra aver portato venti nuovi nei palazzi del potere, consolidando o sconvolgendo situazioni che sembravano ormai stabili e consolidate. Il primo a risentirne è stato Berlusconi: il potere incontrastato che aveva all’interno del partito sembra stia crollando. Il nome che Renzi ha imposto senza ascoltare l’opinione degli azzurri, ha fatto agitare i vertici ma anche esponenti nel partito, costringendo l’ex premier a rompere, dopo l’incontro di oggi a Palazzo Grazioli, il patto nel Nazareno, cosa che non rientrava sicuramente nei suoi piani a giudicare dalle sue mosse passate. Ma il suo suggerimento inascoltato della scheda bianca è stato un monito che non poteva ignorare. Inoltre, il Cavaliere oggi ha anche rifiutato le dimissioni delle massime cariche del partito e si pensa che nei prossimi giorni sia impegnato a sedare gli animi all’interno di Fi e ricostruire l’unità perduta.

Guardando le pagine della politica di questi giorni sembra quasi che il Premier Renzi sia rimasto isolato: se infatti prima poteva vantare il sostegno di Ncd di Alfano, adesso le spaccature interne al partito gli lasciano solo una manciata di sostenitori, che sono poi quelli coinvolti nelle cariche pubbliche. Come se non bastasse, oggi ha perso anche l’appoggio di Fi e del cavaliere con la scissione del Patto del Nazareno. Nonostante tutto non si arrende e twitta fiero: “Porteremo a casa le riforme”, non lasciando spazio a indugi, “L’ultima parola agli italiani con il referendum”.

Se il Pd lo segue compatto, non possono sicuramente sperare in una dittatura dei democratici, anche perché non è possibile garantire che sotto la calma apparente non siano nascoste delle fibrillazioni interne. Emerge quindi tutta la capacità del premier di gestire maggioranze in maniera liquida: sembra infatti ci siano delle aperture da parte dei pentastellati. Grillo si è forse fatto commuovere dalle parole del discorso di insediamento di Mattarella, che ha parlato di giustizia e guerra all’antipolitica, e invece dei soliti toni accesi e provocatori, si dimostra mansueto e aperto al dialogo. Il capo dei 5 stelle ha infatti inviato una lettera al neo presidente facendogli 9 auspici. Sicuramente con un fondo amaro, con una punta di ironia, ma il desiderio di fissare un incontro per poter essere ascoltato è grande, dato che, a detta del comico il suo partito non avrebbe ricevuto ascolto nei giochi di potere. Non sorprenderebbe quindi un nuovo asse Pd- 5stelle, che aiuterebbe il Premier non solo nella maggioranza numerica, garantita già dal suo partito, ma anche una maggioranza istituzionale quasi totale, perché potrebbe vantare nelle sue fila esponenti seduti in ogni ala del parlamento.