E'morto, nella sua casa di Calenzano, l'ex presidente della Provincia di Firenze Michele Gesualdi. Allievo di don Milani e, in passato, dirigente della Cisl, il politico 74enne sarà ricordato come fautore della legge sul testamento biologico, battaglia da lui sostenuta fino alle ultime discussioni in Parlamento: risale a marzo scorso, infatti, una lettera indirizzata alla Camera e al Senato nella quale invocava l'accelerazione dell'iter legislativo. Una missiva che, a ogni modo, non è stata resa pubblica prima di novembre, giusto un mese prima dell'approvazione in aula del testo. In quello scritto, Gesualdi aveva parlato della malattia con la quale stava combattendo, rivolgendosi alle istituzioni con una frase-appello: “Fate presto, non voglio essere torturato”. Con il manifestarsi dei sintomi della Sla, aveva abbandonato l'attività politica e, nella stessa lettera del marzo 2017, aveva fornito una descrizione della sua malattia, spiegando che “solo il cervello si conserva lucidissimo insieme alle sue finestrelle cioè gli occhi, che possono comunicare luce ed ombre, sofferenza, rammarico per gli errori fatti nella vita, gioia e riconoscenza per l’affetto e la cura di chi ti circonda”.
L'impegno politico
L'attività di Gesualdi all'interno della Cisl fiorentina si interruppe nel 1995, quando decise di candidarsi come presidente della Provincia per il Partito popolare italiano, incarico che mantenne per due mandati consecutivi, fino al 2004, prima di lasciare il timone dell'istituzione a un giovane Matteo Renzi. Concluso l'impegno alla presidenza, decise di dedicarsi totalmente alla Fondazione Don Lorenzo Milani (della quale era già socio fondatore) in qualità di presidente. Un ruolo che ha mantenuto fino all'insorgere della malattia, che descrisse come “spaventosa, al momento irreversibile e incurabile” e che “avanza, togliendoti giorno dopo giorno un pezzo di te stesso… Alla fine rimane un scheletro rigido come se fosse stato immerso in una colata di cemento”.
Il ricordo
L'attuale sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha ricordato Gesualdi attraverso un post su Facebook, nel quale lo ha descritto come “uno dei ragazzi di Don Milani”, spiegando che “come ultimo gesto ha lasciato al Paese un grande contributo di civiltà sul fine vita con la sua testimonianza personale”. Anche la Cisl ha dedicato un pensiero a uno dei suoi membri più noti, “che ha dato un contributo importante alla nostra organizzazione, alla vita civile fiorentina e alla causa dei più deboli”.